REDAZIONE PRATO

Prato-Lucchese, il derby decaduto che riaccende la rivalità

La sfida più attesa della Serie D a Sesto Fiorentino, tra intrecci e nostalgia del passato

Vincenzo Esposito e Francesco Monaco

Prato, 2 novembre 2019 – All'inizio degli anni Sessanta hanno lottato punto su punto per rimanere in Serie B, domani si sfidano per ritagliarsi una precisa identità e dare una svolta alla propria classifica tra i dilettanti. Sarà pure un derby decaduto, ma Prato-Lucchese mantiene intatti il fascino e la forza del passato. Non è una partita come le altre. E non lo sarà mai, nemmeno in Serie D. Nemmeno se il 'teatro' (si fa per dire) è quello del «Torrini» di Sesto Fiorentino. Non si gioca allo storico Lungobisenzio, abbandonato a se stesso da oltre due anni, né al Porta Elisa. Ma neanche al «Nelli» di Montemurlo: troppo piccolo l'impianto e troppo grande la rivalità per sedersi gomito a gomito nello stesso settore e sventolare la bandiera biancazzurra accanto a quella rossonera. Roba da fantascienza. Impossibile.Il trasferimento a Sesto alla fine è la soluzione migliore per entrambe e la dice lunga sull'attesa di questa sfida. Da Lucca arriveranno oltre trecento tifosi pronti a prendere d'assalto la gradinata. Il Prato, orfano da oltre due anni della Curva, il mese scorso ha ritrovato la spinta di una cinquantina di storici tifosi che per l'occasione stanno allestendo una coreografia. Insomma, non sarà la Serie B e nemmeno il limbo urticante della C ma la rivalità conta sempre. In ogni categoria. Fosse solo per i mille intrecci del passato che nel corso degli anni non hanno fatto altro che alimentare il campanilismo e la rivalità sportiva. Basta citarne un paio: Oliviero Di Stefano (due stagioni in riva al Bisenzio prima di diventare bandiera rossonera) e il maestro Corrado Orrico che sperimentò a Prato prima di diventare profeta in Lucchesia. A fare la spola tra le due panchine pure Giovanni Meregalli: prima tre anni alla guida dei rossoneri alla fine dei Settanta, poi la promozione in C1 con il Prato all'alba degli Ottanta.Ma i ricordi del passato si annodano al presente e portano i nomi di Iacopo Fanucchi e Francesco Monaco. Il motorino di centrocampo che fece grande la Pantera è stato anche l'allenatore che nel 2017 prese il Prato all'ultimo posto in C (5 punti in 12 gare) e lo portò in salvo totalizzandone 34 nelle successive 26 partite. La sua media punti nel girone di ritorno è stata la più alta nella storia biancazzurra da quando si assegnano 3 punti a vittoria, considerando solo i campionati professionistici. Non bastò per essere confermato da Paolo Toccafondi che lo reputava un uomo di Nicola Radici, l'ex presidente eletto dai tifosi.Squadre agli antipodi. Ieri come oggi. Il Prato è incollato alla vetta ma reduce dalla batosta (più per il morale che per i punti) inflitta dal Borgosesia. La Lucchese ha avuto più di una pausa in avvio, deve rincorrere in classifica ma viene da un successo incoraggiante con il Fossano. Il bilancio degli scontri diretti tra Francesco Monaco e Vincenzo Esposito sorride al rossonero: tre vittorie a una. Ora la palla è di nuovo al centro. Il derby più atteso della Serie D sarà pure decaduto ma evoca ricordi e voglia di rivincita. Quanto basta per riaccendere un antagonismo senza fine.

Alessandro Pistolesi