FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Prato chiude: da oggi (ri)siamo in zona rossa Nuovi sacrifici per vincere la sfida decisiva

Stop a scuole e negozi, spostamenti da casa consentiti solo in pochi casi. E’ la stretta disposta dalla Regione dopo il balzo dei contagi

di Francesco Bocchini

E’ un uovo di Pasqua dal gusto extra amaro quello che ci toccherà quest’anno in sorte. E da oggi Prato addirittura anticipa di qualche settimane le restrizioni che nei giorni delle festività riguarderanno tutta Italia, entrando ufficialmente in zona rossa. Insieme a Prato sono rosse anche Pistoia (già da due settimane), Viareggio (dal 10 marzo), Arezzo e altre realtà minori per un totale di 73 Comuni grandi e piccoli. Non è il lockdown affrontato nel 2020 perché stavolta le attività produttive continuano a restare aperte, ma un po’ gli assomiglia. Vietato uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute o necessità, da specificare nell’autocertificazione che bisognerà sempre avere con sè. E poi: no alle visite a parenti e amici anche all’interno del Comune, se non in caso di situazioni di necessità che andranno dimostrate; chiuse le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità; chiusi anche parrucchieri, barbieri e centri estetici; bar e ristoranti chiusi al pubblico visto che è consentita solo la consegna a domicilio e l’asporto (per i bar fino alle 18 e per i ristoranti fino alle 22). Misure che i pratesi affronteranno con animo ambivalente: grande senso civico ma anche grande sofferenza. Lo testimoniano i cittadini che abbiamo interpellato sulla questione incrociandoli per le vie del centro. "Noi pernsiamo che sia giusto adottare delle misure severe in giorni potenzialmente molto pericolosi sul fronte degli assembramenti", rispondono le amiche Carolina Piccione e Sofia Nardini. "Se dopo un anno i contagi sono ancora così elevati, non possiamo sperare di ritornare alla normalità, muovendoci come se nulla fosse e tenendo tutto aperto". Dello stesso avviso sono Giuseppe Perna e Giuseppe Zingarelli. Che argomentano così la loro opinione: "Dispiace dover trascorrere nuovamente dei giorni di festa chiusi in casa, però è importante continuare a resistere in questo momento così difficile e osservare le regole. Non solo fuori, ma anche se si vanno a trovare amici e parenti". Proprio le visite rappresentano un capitolo delicato. "E’ importante che il governo ci abbia concesso questa possibilità almeno nei giorni delle festività pasquali, anche se non bisognerà abusarne", è il parere di Giulia F. "Ormai, con un anno di pandemia alle spalle, abbiamo capito che non ci si può affidare al senso civico dei cittadini, quindi sarà fondamentale che vengano effettuati dei controlli sufficienti a evitare che la gente faccia assembramenti o addirittura festini nelle proprie abitazioni". Controlli che per Giulio Venturini Degli Esposti rappresentano uno dei tasti dolenti in questa situazione. "Ultimamente sono stati potenziati a livello di forze in campo, ma non mi sembra che questo abbia portato a un cambio di rotta: i cattivi comportamenti delle persone restano. Detto questo, le nuove chiusure, compresa quella di Pasqua, fanno davvero male: psicologicamente parlando, siamo esausti". E da questo punto di vista sembrano essere i ragazzi la categoria più in sofferenza. "Non si può certo paragonare la Pasqua al Natale, almeno per quanto mi riguarda, ma è pur sempre frustrante sapere di dover trascorrere le feste in zona rossa", dice la 23enne Federica Innaco. "Speriamo almeno che tutto questo serva a fare diminuire il numero dei contagi, così da guardare con maggior fiducia ai prossimi mesi".