
La ragazza è stata perseguitata sui social network da uno sconosciuto
Prato, 27 gennaio 2019 - «Ho talmente tanti soldi che posso comprarmi una persona, ammazzarla e farla a pezzi». Minacce esplicite, foto di armi e mazzette di denaro, e poi le richieste di incontrasi e fare sesso. L’incubo è durato per mesi. La vittima è una studentessa di appena 19 anni di Prato che, alla fine, ha deciso di sporgere denuncia contro quest’uomo che neppure conosceva. La squadra mobile di Prato è risalita a un ventisettenne di Quarrata (Pistoia), disoccupato, a cui ieri è stato notificato il divieto di avvicinamento (anche sui social network) disposto dal gip su richiesta del pm Laura Canovai, con l’accusa di stalking.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, vittima e aguzzino non si erano mai incontrati. Non è chiaro come l’uomo sia riuscito a risalire alla ragazza sui social network. Fatto sta che a un certo momento, ha cominciato a perseguitarla attraverso Instagram e Facebook. L’uomo le proponeva di incontrarsi e di avere rapporti sessuali. Le richieste erano diventate sempre più pressanti come le minacce di morte se non avesse acconsentito ad avere una relazione sentimentale con lui. Le foto erano agghiaccianti: armi, mitragliette e mazzette di denaro con cui lo stalker sosteneva di poter comprare tutto, perfino una persona «da ammazzare e fare a pezzi». Inoltre, le faceva capire di spiarla e pedinarla. La ragazza, spaventata, lo ha denunciato. Dopo una prima perquisizione in casa, lo stalker ha cominciato a minacciare la giovane con ancora più insistenza.
Le indagini stanno facendo luce su come abbia fatto l’uomo a rintracciare i profili social della ragazza. Una delle piste seguite dagli investigatori è un litigio che la studentessa ha avuto con alcune ragazze di cui l’uomo sarebbe amico. Potrebbe, quindi, trattarsi di una vendetta. Il ventisettenne ha avuto altri problemi con la giustizia, come emerso durante le indagini. Ha alle spalle già due denunce per stalking nei confronti di altrettante donne ed è indagato per maltrattamenti nei confronti dei genitori. Durante la perquisizione in casa, la polizia ha sequestrato la scheda telefonica con cui inviava i messaggi minatori alla giovane. Speriamo che l’incubo sia finito, altrimenti la misura cautelare potrebbe venire aggravata ulteriormente fino al carcere.