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Poco olio e più caro. La raccolta delle olive ora diventa un incubo: "Calo del 50 per cento"

Aziende in crisi sul Montalbano a causa dei cambiamenti climatici. Contini Bonacossi: "Quest’anno non faremo la vendita al dettaglio" .

Poco olio e più caro. La raccolta delle olive ora diventa un incubo: "Calo del 50 per cento"

Autunno senza olive, inverno senza olio. O almeno, col contagocce. La raccolta deve ancora iniziare ma quest’anno il calo si annuncia pesante: meno 50% nel distretto del Montalbano. Le previsioni che avevano fatto le aziende in estate purtroppo hanno trovato conferma e questo significa anche meno lavoro, sia nei campi per la raccolta, appunto, sia al frantoio, senza contare le brutte notizie per il portafoglio con aumenti dei prezzi, come minimo, intorno al 10%.

"La fioritura di aprile degli ulivi è stata bellissima, di quelle che non si vedevano da tempo – spiega Filippo Contini Bonacossi, uno dei titolari della tenuta di Capezzana e responsabile del settore oleario – ma il clima fresco e umido della primavera e le troppe piogge di maggio e giugno hanno compromesso la cosiddetta allegagione, lo sviluppo dei frutti successivi alla fioritura. E’ andata un po’ meglio per gli ulivi che hanno una maggiore esposizione al sole ma gli uliveti di Carmignano sono in zone collinari disomogenee e quindi possiamo stimare, per le nostre olive, una diminuzione del 50% rispetto all’anno scorso ma c’è ancora il rischio di una perdita più alta. Questa situazione in generale riguarda tutta la Toscana, magari le ulivete vicino al mare e più esposte al sole si sono salvate".

Conferma il calo di produzione anche Anna Civilini dell’azienda agricola Campagliana: "Quest’anno abbiamo scarsa produttività rispetto al passato, ma è anche una risposta fisiologica e naturale all’abbondanza dei raccolti degli ultimi due anni. Le piogge estive sicuramente hanno favorito in alcuni esemplari anche l’attacco della mosca, anche se è stata una situazione gestibile e generalmente sotto controllo. Per quanto ci riguarda stimiamo un calo del 40%". L’olio extravergine di oliva di Carmignano ha un mercato essenzialmente locale e solo i più grandi produttori (Capezzana, Artimino, Ambra, Piaggia) vendono su scala nazionale e internazionale: "Il calo del 50% – prosegue Contini Bonaccossi – significa dimezzare gli ordini. Noi cercheremo di dare meno olio ma servire tutti i clienti, in modo che siano consapevoli di quello che è successo. Non ci sarà la vendita al frantoio alla quale molte famiglie erano abituate, ma solo quella in bottiglia. Poco olio ma per tutti. L’aumento del prezzo sarà del 10% perché vogliamo che la clientela continui a seguirci".

Ad Artimino meno problemi. "Quest’anno la produzione delle olive nella nostra tenuta è buona – dice Annabella Pascale, ad della tenuta di Artimino – non abbiamo subito attacchi dalla mosca, molto presente purtroppo in zona. Dato che la nostra oliveta si sviluppa per 100 ettari in diverse zone della nostra tenuta, alcune aree sono state più produttive di altre e stimiamo una raccolta intorno ai 650 quintali. Inizieremo più o meno a metà ottobre".

Il calo della produzione del 50-60% è calcolato sia a livello italiano che anche estero (dalla Spagna al bacino del Mediterraneo), sempre per il clima pazzo di questi giorni. A Carmignano sono oltre 900 gli ettari coperti da olivi, il doppio delle vigne che però a livello quantitativo rendono molto di più e per questo, nel corso degli anni, tanti oliveti sono stati abbandonati. L’olio extravergine ha ottenuto anche la denominazione "Toscano" IGP, Montalbano".

M. Serena Quercioli