
Da oggi al 2026 la scommessa sarà riuscire a mettere a terra senza intoppi, la pioggia di soldi destinati a Prato dal Pnrr. Precisamente 54 milioni di euro di infrastrutture candidate a cambiare in meglio la città e i suoi servizi. A fare la parte del leone sono due maxi interventi sui quali Prato ha puntato: la nuova piscina olimpionica di Iolo e la scuola Pier Cironi, entrambi i progetti superano i 10 milioni di euro, entrambi i progetti sono irrinunciabili. Poi ci sono tutta una serie di interventi collaterali su edilizia pubblica, verde e sport che aspettano di vedere la luce.
Ora a due anni e mezzo dalla dead line imposta dal governo e dall’Europa per spendere i soldi non è che la situazione sia tra le più rosee. Sono più le incognite delle certezze e a vedere cosa accade vicino ai confini cittadini c’è da stare poco allegri. Da un lato c’è il ministro Fitto, che ammette candidamente come "alcuni dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr non siano realizzabili entro il 2026".
Dall’altro la commissione europea, che a pochi chilometri da qui ha tolto una parte dei fondi destinati alla ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze. Poi c’è il sindaco Biffoni che ammette intoppi burocratici, forza lavoro che scarseggia e preoccupazione sulla manodopera che effettivamente dovrà realizzare le opere. Non è niente scontato. Un’opportunità accolta a braccia aperte che per adesso si sta rivelando un grande grattacapo per le amministrazioni. La volontà c’è tutta, ma non basta.
"Sul fatto che ci siano delle difficoltà a spendere i soldi del Pnrr io penso che non so più in che lingua dirlo e in quale platea urlarlo, non so più come fare - ha aggiunto -. L’ho detto in tempi non sospetti quando ancora il Pnrr non c’era che i Comuni sono in grande difficoltà a spendere i quattrini, lo dico da un Comune che ha ricevuto molti finanziamenti, ed è riuscito ad intercettarne molti, e si trova lo stesso a decidere quale scadenza rischiare di bucare perché poi alla fine i tempi sono questi".
"Quando sono arrivati i soldi del Pnrr la situazione si è aggravata - ha osservato Biffoni -. Con gli stessi dipendenti, con le stesse forze in campo, con una burocrazia che è rimasta tutto sommato la stessa. Noi rischiamo di non arrivare a fare in tempo a fare le gare". C’è sempre la solita questione degli uffici oberati di lavoro, delle lungaggini di una burocrazia che mal si sposa con le esigenze di spesa dei fondi europei – che hanno cronoprogrammi molto dettagliati e scadenze decisamente ravvicinate – e del tema degli appalti, ma i soldi destinati a Prato, per adesso, ci sono tutti. Non è una novità che però ci siano anche problemi: i tecnici che hanno dovuto redigere progetti e bandire le gare sono gli stessi di sempre. È vero che i comuni hanno la possibilità di fare assunzioni, ma è altrettanto vero che trovare professionisti disposti ad accettare incarichi così di rilievo per appena due anni non è una banalità. È una macchina a vapore che dovrebbe correre come una Ferrari da ora al 2026.
"Per il momento stiamo andando avanti anche se con grande fatica perché le forze scarseggiano, la gara per la Pier Cironi è appena stata pubblicata e sulla piscina siamo nei tempi, ma quello che vale adesso tra una settimana potrebbe non valere più. È un qualcosa in costante evoluzione", ammette il vicesindaco Simone Faggi. La posta in gioco è altissima: come ha ricordato più volte il sindaco Biffoni "rischiamo di far buttare ai cittadini e al Paese un’opportunità praticamente irripetibile".
Silvia Bini