Piero Lay scrittore a cento anni Dal tessile alla ricerca spirituale

Per anni titolare di un ufficio di export con il Medioriente. "Il mio segreto? La ricerca è il motore della vita"

Piero Lay scrittore a cento anni  Dal tessile alla ricerca spirituale

Piero Lay scrittore a cento anni Dal tessile alla ricerca spirituale

Cent’anni e non sentirli (festeggiati il 14 marzo), anzi come sempre immerso nel ’qui ed ora’ del nostro tempo, pronto a rispondere ad un messaggio WhatsApp o a controllare la corrispondenza per mail. Il segreto per una lunga vita sta nell’atteggiamento di ricerca costante ed instancabile, di curiosità e di amore per l’umano che ha da sempre accompagnato Piero Lay da quando era un impiegato nell’azienda Forti fino a quando, laureato e con la padronanza di quattro lingue straniere (inglese, francese, tedesco e spagnolo) oltre l’italiano, ha aperto nel 1954 un ufficio di export con i paesi del Medioriente per conto di tanti lanifici pratesi. "Ho lavorato per trent’anni in questo settore - racconta Piero Lay che tiene vicino a sè telefono cellulare e libri dai quali non si stacca mai - dove sono arrivato dopo che per anni ho lavorato e frequentato la scuola serale. Qui grazie ad uno degli insegnanti, che era ragioniere capo del Comune, mi appassionai alle lingue finché riusci a prepararmi per accedere a Magistero". Una prima svolta nell’esistenza di Piero Lay, nato da genitori sardi, che a 15 anni fu mandato a lavorare dal padre "perché la mia carriera scolastica non era molto brillante". C’è stato un secondo incontro che gli ha cambiato la vita: l’incontro con il monaco Giovanni Vannucci, che viveva in un eremo a Panzano in Chianti. "E’ stato un uomo di grande spiritualità, un illuminato - dice Lay dal quale si rimane affascinati per la capacità viva di dissertare di filosofia e del senso del vivere - Da allora la ricerca è il motore della mia vita". Un percorso che Lay racconta nel libro "Il transito" scritto tre anni fa e pubblicato nel 2020 nella collana Quaderni di ricerca della Servitium editrice. "Mi sono cimentato nelle antiche lingue - conclude Lay - come il greco e l’ebraico: riflettono l’essenza dell’uomo, fatto di materia e spirito".

Sara Bessi