
Un’immagine dal video registrato dalla telecamera interna al circolo
Un nuovo provvedimento di fermo è stato emesso nei confronti di un cinese di 28 anni nell’ambito delle indagini della squadra mobile sull’aggressione con bastoni di legno, bottiglie di vetro, calci e pugni, compiuta da quattro uomini e una donna il 9 aprile scorso intorno alle 21 nel privé di un locale notturno, il bar karaoke "Jld" di via Filzi, ai danni di un gruppo di almeno quattro connazionali. L’ultimo fermato, spiega il procuratore Luca Tescaroli in una nota, è "ritenuto responsabile di aver rafforzato il proposito criminoso degli altri correi, presentandosi" nel locale "brandendo una mazza di legno, accedendo con altri al privé e partecipando all’aggressione fisica nei confronti di tutti i soggetti presenti all’interno della stanza". L’uomo si trova attualmente detenuto nel carcere della Dogaia e questa mattina si presenterà di fronte al gip per l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Tiziano Veltri.
Nell’agguato tre orientali hanno riportato lesioni giudicate guaribili dai 5 ai 15 giorni, un quarto uomo, Yu Liu (destinatario di una misura cautelare per reati contro il patrimonio e la persona in un altro procedimento penale), fu ridotto in fin di vita e ancora oggi, dopo essere stato operato alla testa, è ricoverato in terapia sub intensiva. L’ipotesi di reato per cui la procura procede è il tentato omicidio. Il 13 maggio scorso la stessa procura aveva emesso altri due provvedimenti di fermo, nei confronti di una coppia cinese, che ha portato poi ai domiciliari una donna di 25 anni, anche lei assistita dall’avvocato Veltri. Il compagno, 26 anni, è ricercato e sarebbe scappato all’estero.
Resta da capire se l’aggressione avvenuta nel circolo sia collegata agli altri episodi violenti avvenuti nello stesso periodo a Prato. Non è chiaro se il pestaggio dentro al circolo sia scaturito da un diverbio fra i due gruppi di orientali (come riferiscono alcuni testimoni che si trovavano nel club) o se possa essere messo in relazione con l’escalation di violenza esplosa all’interno della comunità cinese dal luglio scorso. Il movente non è stato chiarito. L’aggressione è avvenuta due giorni prima di un altro inquietante episodio: la sparatoria in via del Purgatorio. Quest’ultimo, secondo fonti investigative, sarebbe collegato alla "guerra della grucce", la faida in corso fra due gruppi imprenditoriali cinesi contrapposti che vorrebbero spartirsi il fruttuoso mercato delle grucce e quello della logistica. Una pista costellata non solo di aggressioni e tentati omicidi ma anche incendi dolosi (i tre attacchi avvenuti nel pratese in contemporanea e i due all’estero) oltre al duplice omicidio a Roma nell’aprile scorso: la vittima era imputato nella vecchia inchiesta per mafia, Chinatruck, il cui processo è in corso a Prato.
L.N.