
Il caso Pecci arriva in Regione. Dopo la parlamentare di Forza Italia Erica Mazzetti che ha chiesto l’intervento del ministero della Cultura sulla vicenda ecco che anche la Lega scende in campo. "Fermo restando, che l’interesse primario sia il veloce reintegro nel posto di lavoro dei due dipendenti licenziati dalla Fondazione Pecci - intervengono i consiglieri regionali della Lega Luciana Bartolini, vicepresidente della commissione Cultura e Massimiliano Baldini, responsabile cultura per il partito a livello toscano -, è giusto approfondire il ruolo della Regione nell’ambito dello stesso Centro culturale pratese".
Il museo è partecipato pubblico dal Comune e dalla Regione ( il bilancio 2022 si è chiuso con oltre 330mila euro di perdita d’esercizio, più di due milioni di contributi pubblici, di cui 1,2 dal Comune di Prato e 730mila euro dalla Regione): "Nell’arco degli ultimi anni, l’ente regionale ha contribuito in maniera rilevante, per svariati milioni di euro complessivi, ma la stessa non ha fatto, ad oggi, alcuna nomina nel Cda della Fondazione, scaduto quest’anno - proseguono i consiglieri -. A tal proposito, quindi, in una specifica interrogazione chiediamo il perché di questa mancanza che ha fatto venire meno il controllo pubblico sullo stesso Pecci. Tale operato, potrebbe, dunque, aver influito negativamente sulla doverosa gestione dei finanziamenti pubblici, causando, come possibile effetto collaterale, peraltro rilevante, il licenziamento dei due lavoratori". La Regione in quanto socio ha diritto alla nomina di un membro all’interno del consiglio di amministrazione, nomina che però non c’è stata: "Chiediamo, quindi, alla giunta regionale una spiegazione ufficiale in merito e quali azioni intenda intraprendere", concludono Luciana Bartolini e Massimiliano Baldini".
I due licenziamenti arrivati come un fulmine a ciel sereno il 28 agosto, al rientro dalla ferie e comunicati tramite lettera hanno alzato un polverone. Anche politico. Nel mirino delle forze di centrodestra è finita la gestione non proprio brillante dal punto di vista dei visitatori e delle mostre che ha portato ad un crollo vertiginoso degli ingressi: meno di 1300 biglietti interi staccati per le mostre nel 2022, oltre 330mila euro di perdita d’esercizio, più di due milioni di contributi pubblici, di cui 1,2 dal Comune di Prato e 730mila euro dalla Regione. Nel 2019 ( in epoca pre Covid), i visitatori erano stati 43.851. Una perdita quindi di 42.500 presenze. A questo si è aggiunto il caro bollette che ha pesato in maniera determinante sull’esercizio 2022: 440mila euro contro i 167mila del 2021, con un incremento dell’energia di quasi il 300% (250mila euro in più). A queste spese si vanno ad aggiungere 770mila euro per il personale a cui si aggiungono 137mila euro per le collaborazioni e i 440mila per altri servizi prestati. Ora la politica chiede chiarezza.