Paolo Rossi, il documentario di Veltroni. Il fratello: "Ho pianto dall'inizio alla fine"

Prato, all'Omnia Center l’anteprima di "E’ stato tutto bello" dedicato a Pablito

Il piccolo Leonardo Turco con Rossano Rossi e i cugini Roberto, Francesca e Antonella

Il piccolo Leonardo Turco con Rossano Rossi e i cugini Roberto, Francesca e Antonella

Prato, 21 settembre 2022 - "E’ un documentario bellissimo, che rispecchia davvero la vita di Paolo. Veltroni è stato eccellente nel cogliere sentimenti e sfumature della vita della nostra famiglia. Mi ci sono rivisto in pieno, in un susseguendo di emozioni che mi hanno commosso. In pratica ho pianto dall’inizio alla fine". Racconta così Rossano Rossi le emozioni vissute lunedì sera al Multiplex dell’Omnia Center durante la proiezione dell’anteprima del documentario "È stato tutto bello – Storia di Paolino e Pablito" incentrato sulla vita del fratello, Paolo Rossi. Nato da un’idea della moglie di Pablito, Federica Cappelletti, e della casa di produzione cinetelevisiva Palomar, il documentario è stato girato per gran parte a Prato, nei luoghi dell’infanzia di Paolino, per poi raccontare la consacrazione mondiale e gli ultimi giorni della malattia che ne ha portato alla scomparsa il 9 dicembre 2020. "E’ stato bellissimo rivivere le emozioni della nostra infanzia a Santa Lucia – prosegue Rossano -. Auguro a chiunque di potere vivere momenti così, anche se purtroppo oggi nelle nuove generazioni è tutto cambiato. Il documentario parte dalla giovinezza di Paolo, per raccontare l’apice della carriera e gli ultimi momenti della vita, compresi quelli della malattia. L’ho trovata una scelta giusta perché quei momenti mandano un messaggio di speranza: Paolo – aggiunge – nonostante tutto non ha perso mai il sorriso".

L’anteprima è stata replicata anche ieri sera, e lo stesso avverrà stasera alle 19.30 con spettacolo unico. Il documentario dura quasi due ore, nel corso delle quali si alternano immagini d’epoca alle interviste a Rossano Rossi, Federica Cappelletti, l’amico d’infanzia Dante Mondanelli, Marco Tardelli, Antonio Cabrini. E poi spazio al racconto dei figli: prima il più grande, Alessandro, e nel finale le figlie più piccole Maria Vittoria e Sofia Elena. "Mi sono accorto di essere il figlio di Paolo Rossi un giorno in cui mio papà mi accompagnava a scuola – racconta Alessandro Rossi - Ci volevano cinque minuti a piedi da casa e invece ci mettemmo un’ora. Ci fermavano tutti di continuo e non ne capivo il perché. Alla fine è stato lo stesso Paolo a spiegarmi che essendo un calciatore era molto conosciuto e che c’erano tante persone che gli volevano bene".

A parlare del documentario girato fra la casa natale di via Fucini, il circolo di Santa Lucia, l’oliveta di via Guado a Santa Lucia e il campo da calcio intitolato al padre Rossano, è stato anche Veltroni. "Ho conosciuto Paolo di persona e assomigliava all’eroe che tutti abbiamo nel cuore – racconta -. Aveva quel sorriso, quella gentilezza, curiosità e intelligenza che già si intravedeva pubblicamente. Con questo documentario mi sono immerso per un anno e mezzo nella sua vita e ho provato a raccontare non solo Pablito ma anche Paolino, il bambino che da una piccola casa e da una famiglia modesta, con doti fisiche non strepitose, diventa un eroe grazie al talento infinito e a un carattere fortissimo. Nella sua vita gli è capitato di tutto e noi raccontiamo salite e discese. E’ stato massacrato dopo le prime partite del mondiale – conclude , poi tutti hanno scoperto che era un grandissimo calciatore".