
Una scelta coraggiosa che, a distanza di dieci anni, risulta ancora vincente. Il Palazzo delle Professioni, esperienza pilota in Toscana e in Italia, in questi giorni festeggia i dieci anni di vita e di attività. La scommessa pratese di trovare casa in un’unica prestigiosa sede, quella di Palazzo Vaj, nel cuore della città storica, per raccogliere otto tra Ordini e Collegi, che rappresentano quasi 5mila professionisti, è diventata un modello da studiare e da seguire. Il decennale verrà celebrato, appena sarà possibile, con un’iniziativa aperta alla città. Intanto martedì 10 novembre alle 18,30 i professionisti si sono dati appuntamento su Zoom per un brindisi virtuale.
"Ci sentiamo, ora più che mai, parte forte e integrante della città e vogliamo mettere le nostre competenze a servizio dei pratesi, soprattutto in questo momento pieno di difficoltà in cui le specializzazioni costituiscono risorse fondamentali per risolvere i tanti problemi che purtroppo dobbiamo affrontare", sottolinea Filippo Ravone, dal giugno scorso presidente del consiglio di amministrazione del Palazzo delle Professioni che è composto dal vicepresidente Patrizio Puggelli (Ingegneri) e dai consiglieri Paola Aiazzi (Consulenti del lavoro), Marzia De Marzi (Architetti), Alfonso Fornasini (Periti industriali), Maurizio Piero Betti (Avvocati), Pietro Brandi (Farmacisti) e Alessandro Pieraccini (Geometri). Alla presidenza in questi anni si sono succeduti Massimo Mancini, Marzia De Marzi e Alessandro Pieraccini.
"Il Palazzo delle Professioni non è soltanto una sede o un edificio – aggiunge Ravone –, è un’idea ed è un progetto politico delle categorie professionali che attraverso di esso vogliono esprimere la propria opinione, dare il proprio contributo e dire la loro. Questo obiettivo ci porta a superare insieme tante difficoltà, a restare uniti pur nell’autonomia".
Palazzo Vaj ha un passato molto ricco di storia. È appartenuto per secoli alla famiglia Vaj che a fine Settecento portò a termine un complessivo intervento di riordino a cui lavorò anche l’architetto Giuseppe Valentini. Nel 1920 venne acquistato dall’Associazione Industriale e Commerciale dell’Arte della Lana – che ne è ancora proprietaria - per trasferirvi la propria sede. "La nostra è stata una scelta per la città, abbiano assegnato un nuovo ruolo a Palazzo Vaj - sottolinea Marzia De Marzi, presidente dell’Ordine degli architetti - in questo modo abbiamo raggiunto anche due importanti obiettivi: contribuire a valorizzare le funzioni di uno degli edifici più prestigiosi del centro e quello di dare vitalità, insieme alla Monash University, a un pezzo della città".