
Le aziende colpite dall’alluvione del 2 novembre stanno piano piano rialzando la testa. Uno sforzo titanico che gli imprenditori del distretto stanno compiendo mettendo in campo le proprie risorse e tutto il proprio impegno e dei loro dipendenti. Il cuore del distretto è venuto fuori ben delineato in un frangente che si è abbattuto sulla filiera tessile con pesantezza e con conseguenze che avranno soluzioni a lungo termine.
A diciannove giorni dalla tempesta, gli imprenditori possono contare soltanto sulle proprie forze. Degli aiuti per l’emergenza promessi non se ne è vista l’ombra. E tanto meno conoscono le disposizioni da parte del Governo. "Attendiamo le disposizioni del Consiglio dei Ministri, ma di supporti concreti al momento non abbiamo assolutamente niente". Anzi, se vogliamo dire, per paradosso, certi provvedimenti presi a livello regionale, come l’ordinanza per lo smaltimento dei fanghi, si rivelano lenti, inefficaci e gravati da lacci e lacciuoli di una burocrazie che in un momento di emergenza dovrebbero essere ridotti al minimo indispensabile o meglio eliminati. Le parole e le promesse della politica attendono concretezza e traduzione nella realtà: a partire dagli sgravi tributari, ormai alle porte, per le imprese alluvionate.