REDAZIONE PRATO

Nuovi disordini in carcere. Botte e sputi agli agenti

Una decina di rivoltosi, con il pretesto di fare gli auguri agli altri detenuti, non sono rientrati nelle celle opponendo resistenza e offendendo i poliziotti.

L’esterno del carcere della Dogaia Foto Attalmi

L’esterno del carcere della Dogaia Foto Attalmi

Volevano festeggiare il Capodanno a modo loro senza considerare che sono ristretti in un carcere. E’ stata una fine d’anno movimentata quella all’interno del carcere della Dogaia dove, nel tardo pomeriggio del 31 dicembre, una decina di detenuti, per lo più di origine romena ma c’erano anche una paio di italiani, hanno creato disordini e tensioni al primo piano della struttura. E’ stato solo grazie alla prontezza e all’intervento degli agenti della polizia penitenziaria che, ancora una volta, si è evitato il peggio.

Secondo quanto ricostruito, i detenuti, intorno alle 17, dovevano rientrare nelle proprie celle ma alcuni, con un pretesto, hanno cominciato a girare per il piano. I rivoltosi, su di giri, avrebbero avuto l’intenzione di "fare gli auguri di buon anno" – così hanno detto – agli altri detenuti. Gli agenti si sono opposti invitandoli a rientrare nelle celle senza fare troppa confusione ma, a quel punto, è scoppiato il caos. I detenuti si sono ribellati e hanno opposto resistenza alle guardie. Gli agenti sono stati offesi e presi a botte, in due gli hanno sputato addosso. Nella confusione generale è stato rotto anche un vetro.

La situazione è diventata complicata, con la paura che anche altri detenuti iniziassero a ribellarsi, tanto che è stato chiesto l’intervento del nucleo investigativo regionale di Firenze e di quello interprovinciale traduzione e piantonamento di Prato, arrivati insieme al comandante e al vicario. La situazione è tornata alla calma solo in tarda serata: alcuni agenti sono usciti dal lavoro dopo un turno durato quasi 12 ore, senza neppure mangiare.

Si tratta dell’ennesimo episodio violento avvenuto all’interno della casa circondariale. Si tratta di un carcere da sempre problematico, in cui manca da anni un direttore responsabile, e nel quale vengono inviati i detenuti di più difficile gestione da tutta la regione. Senza contare la scopertura di organico degli agenti e le difficoltà strutturali emerse di recente. Condizioni di vita dure sfociate in cinque suicidi avvenuti all’interno della Dogaia dal dicembre 2023. Numeri contro i quali non è ancora stata trovata una soluzione concreta.

"Ringrazio i colleghi che con prontezza e spirito di abnegazione, come sempre, sono intervenuti per riportare la calma la sera del 31 dicembre – ha detto Giuseppe Serio del Sinappe (sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria) – Soprattutto i colleghi del nucleo investigativo regionale di Firenze e quello interprovinciale traduzione e piantonamento, che intervengono sempre quando c’è bisogno. Molti di loro hanno dovuto lasciare la cena per poter correre alla Dogaia".

Laura Natoli