REDAZIONE PRATO

Nuovi alberi per la riserva dell’Acquerino. E riapre anche il Vespaio

Buone notizie per tutti gli appassionati della Riserva Acquerino Cantagallo: è quasi pronto il progetto per la ripiantumazione dell’area colpita dal bostrico ed è imminente la riapertura del Vespaio. La struttura di proprietà della Regione, infatti, è chiusa dalla scorsa estate. Il motivo era la mancanza d’acqua, come ha spiegato il portavoce dell’azienda agricola che ha preso in gestione il Vespaio, Padre Massimo, all’anagrafe Massimiliano Muzzi, arcivescovo dei monaci esicasti che hanno in gestione anche l’Abbazia di Montecuccoli. Sulle pagine del rifugio (rinominato dai monaci Eremo del Vespaio) era apparsa la notizia della riapertura per lo scorso fine settimana: alcuni escursionisti sono andati, ma hanno trovato tutto chiuso e dei vetri rotti. Dopo questa segnalazione, la consigliera 5 Stelle pratese, Silvia La Vita, ha subito scritto all’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio per chiedere spiegazioni. Spiegazioni che ci ha dato il funzionario che ha le deleghe alla Riserva, Luca Maccelli. "C’è un problema di approvvigionamento idrico – dice Maccelli – ma sarà risolto a breve e la struttura riaprirà il prossimo fine settimana. Il vetro invece è stato rotto da qualcuno che ha cercato di entrare all’interno". Infatti, l’azienda agricola che ha in gestione la struttura non ha alcun vincolo per quel che riguarda il numero di aperture, anche se deve garantire il rispetto del progetto presentato in fase di convenzione. Nessun problema quindi legato alla nuova bufera mediatica in cui è incappato padre MassimoMassimliano Muzzi, con un articolo del Galletto del Mugello uscito proprio nell’imminenza dell’annunciata riapertura che ne ricostruisce il passato e le tante trasformazioni, da organista a barone a consulente finanziario e adesso ad arcivescovo. E nessun nesso con la contraddittoria gestione della struttura di proprietà regionale finalizzata alla fruizione della Riserva e alla promozione dei prodotti locali, trasformata in luogo di culto (con tanto di chiesetta interna) da monaci che vendono incensi orientali e gin. L’altra buona notizia riguarda l’area devastata dal bostrico. "Il progetto per la nuova piantumazione è quasi pronto – conclude Maccelli – a breve lo presenteremo in Regione. Da una cosa brutta, come è stata la devastazione del bostrico, siamo riusciti a creare una cosa positiva".

Claudia Iozzelli