"Non ho premuto quel grilletto, ho solo mostrato la pistola. Mi dispiace per quello che ho fatto e chiedo scusa ai miei vicini. Non succederà più". Pasquale Gilio, ex muratore di 71 anni, anche ieri ha deciso di rendere un pieno interrogatorio di fronte al gip Malerba, dopo che aveva risposto alle domande del pm subito dopo l’arresto. Assistito dall’avvocato Luca Betti, ha fornito la sua versione dei fatti che non combacia con quella resa dai vicini, Vito Cercone e la moglie Loredana Caccavella. E’ proprio contro di lei che Gilio, venerdì mattina, ha puntato la pistola al culmine di una lite per una una questione di diritto di passo nella palazzina dove tutti e tre abitano in via del Sabotino a Narnali. Gilio ha mostrato pentimento per come sono andate le cose ma ha insistito sul fatto di non aver premuto il grilletto dell’arma che detiene illegalmente. Al contrario, Vito Cercone ha sostenuto di aver sentito chiaramente il rumore del grilletto. Solo per un caso, la pistola si sarebbe inceppata. "Conosco le armi per aver fatto l’armatore durante il servizio militare – ha detto con sicurezza – Quel rumore è stato chiarissimo".
Si tratta di un punto fondamentale che sarà chiarito solo dalla perizia che la Procura ha disposto sull’arma, una vecchio revolver a tamburo calibro 38 senza numero di matricola.
"L’ho trovata per caso mentre cercavo il rame – ha detto Gilio al gip – Era dentro una pentola vicino a un cassonetto". Una spiegazione poco convincente a cui il gip Malerba non ha creduto nonostante Gilio lo ripeta da venerdì pomeriggio quando è stato arrestato dai carabinieri e portato in caserma.
Il giudice ha deciso di confermare l’arresto per il pensionato e di disporre la detenzione in carcere nonostante l’età avanzata e i problemi di salute. Il codice prevede che in alcuni casi anche un ultrasettantenne possa restare in cella. Sarebbe impossibile mettere Gilio ai domiciliari, proprio accanto ai vicini che lo accusano di avergli sparato.
Probabilmente, se l’anziano trovasse un altro posto dove stare potrebbe ottenere un’attenuazione della misura cautelare. Ma per come stanno al momento le cose, deve restare alla Dogaia. le accuse, d’altronde, sono gravi: tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.
Gilio vive nella palazzina a tre piani di via del Sabotino da oltre 30 anni. originario della Basilicata si è trasferito a Prato dove ha fatto il muratore per una vita. Descritto come una persona schiva e burbera, non ha mai avuto buoni rapporti con i vicini, soprattutto con Vito e Loredana che si sono trasferiti in via del Sabotino un anno fa.
Laura Natoli