
Da sinistra Martina Croci e Giusy Dragotto
Prato, 30 dicembre 2019 - A Prato per abbattere il muro della discriminazione sessuale è bastata una cena alla casa del popolo. Giusy Dragotto e Martina Croci si sono sposate il 27 maggio 2017 a Signa e a partire dall’aprile scorso hanno rilevato la rosticceria San Martino, nel quartiere di Coiano. Martina e Giusy hanno oltre dieci anni di esperienza nella ristorazione, ma - raccontano loro - questo non aveva impedito qualche battuta fuori luogo sussurrata nella vicina casa del popolo. Così hanno deciso di reagire.
«Era la scorsa primavera – raccontano – e durante la campagna elettorale il sindaco Biffoni si affacciò sulla soglia della nostra attività: gli raccontammo di queste battute spiacevoli, delle frecciatine e così nacque l’idea di promuovere una cena arcobaleno proprio alla casa del popolo insieme al comitato Arci Gay e Lesbica di Prato e i Giovani Democratici. A quella cena hanno partecipato, oltre al sindaco, tutti gli assessori e diversi consiglieri comunali. Lo scopo era proprio quello di abbattere i pregiudizi dell’omofobia. I frequentatori più anziani non erano molto d’accordo ma il sindaco si è preso veramente a cuore l’idea di parlare del rispetto dei diritti di uomini e donne".
Martina, 31 anni, e Giusy, 37, raccontano anche di essere reduci da una brutta esperienza vissuta a Empoli, dove dopo anni di precariato e contratti a termine avevano deciso di compiere il grande passo e mettersi in proprio. Si stava così per avverare il sogno di aprire un ristorante, ma quando sono andate dal notaio per firmare il contratto d’affitto il proprietario non si è presentato mandando invece il proprio avvocato. "Fra un discorso e l’altro abbiamo capito che il rifiuto a stipulare il contratto era dovuto al fatto che siamo sposate – raccontano – E’ stata un’esperienza traumatica. Avevamo trovato il locale adatto e già svolto i colloqui con i camerieri: sarebbe stato un piccolo ristorante adatto alla nostra esperienza. Secondo noi c’è stato un atteggiamento omofobo. Ma col senno di poi, non ci è andata male: Prato si è dimostrata una città accogliente e nel quartiere oggi siamo apprezzate per la nostra professionalità. Subito, ovviamente, abbiamo detto alla proprietà del nostro matrimonio e non c’è stato alcun problema".
Sul problema della discriminazione legata all’orientamento sessuale intervengono Emanuele Bresci e Marco Ravaioli del Comitato Arci Gay di Prato che seguono da anni la questione: "In Italia la legge sull’omotransfobia ancora non ha visto la luce mentre in altri Paesi esiste. A Prato, negli uffici Cgil, abbiamo uno sportello aperto il secondo e quarto martedì del mese che riceve le persone vittime di discriminazioni e difficoltà relazionali sul lavoro. L’idea di organizzare quella cena l’estate scorsa ci è piaciuta subito e l’abbiamo appoggiata". © RIPRODUZIONE RISERVATA