
I soccorsi prestati alla ragazza venerdì mattina alle scuole Malaparte (Foto Attalmi)
Prato, 24 dicembre 2021 - Una denuncia querela per capire che cosa sia successo alla loro figlia. E’ quella che i genitori della bambina di 12 anni di origini cinesi, morta lunedì scorso dopo aver accusato un malore a scuola tre giorni prima, hanno presentato ieri alla polizia. I genitori, assistiti dall’avvocato Nunzio Giudice, non puntano il dito contro nessuno, non cercano un colpevole, ma vogliono capire meglio che cosa sia successo alla loro figlia, perché sia morta così all’improvviso senza che avesse mai manifestato nessun sintomo o segnale da far pensare a una fine tanto tragica.
La bambina è stata stroncata da una profonda emorragia cerebrale, come hanno spiegato dal Meyer dove la ragazzina è arrivata in condizioni disperate. Prima di perdere i sensi a scuola ha avuto solo il tempo dire ai compagni che avvertiva un forte mal di testa. "I genitori sono venuti nel mio studio in via Pistoiese mercoledì scorso – dice l’avvocato Giudice – Erano chiaramente devastati dal dolore". Il legale ha spiegato che i genitori della ragazza che frequentava la terza media delle scuole Malaparte di via Baldanzi dove venerdì alle 9 ha accusato il malore prima di iniziare la lezione di ginnastica, non parlano italiano e che solo grazie all’aiuto di un interprete hanno espresso le loro volontà.
"La mamma non vuole rimanere con il dubbio di non sapere che cosa sia successo a sua figlia – prosegue Giudice – Una risposta a questa donna distrutta va dato. Abbiamo sporto denuncia contro il Meyer perché vogliamo che venga fatta un’autopsia. Ma bisogna agire subito perché la prossima settimana è stata fissata la cremazione. A questo punto chiediamo che sia la Procura a interessarsene perché blocchi le procedure. Solo un magistrato può farlo. Noi abbiamo presentato la denuncia alla polizia a Prato perché informi subito la Procura di Prato, dove è avvenuto il malore e che, per conoscenza, la trasmetta alla Procura di Firenze. E’ un tentativo disperato ma vale la pena di provarci".
L’avvocato racconta che la madre della ragazza gli ha spiegato come la mattina di venerdì la figlia avesse fatto normalmente colazione. "Anzi, ha detto che quella mattina aveva mangiato più del solito – prosegue il legale – Mi faceva tenerezza, ha tentato di spiegarsi a gesti nonostante la presenza dell’interprete. E’ un dovere spiegare a questa mamma perché sua figlia alle 8,15 ha fatto colazione mangiando più del solito e alle 9.05 non c’era più". L’avvocato sostiene, inoltre, che la disperazione dei genitori è cresciuta nei quei tre giorni di speranza passati a fianco della figlia al Meyer.
"In quei giorni non hanno avuto modo di aver molte spiegazioni dai medici – aggiunge Giudice – Ci sono stati problemi di comunicazione. La bambina era l’interprete dei genitori. Purtroppo il mediatore non era sempre presente e loro hanno solo capito il lunedì mattina che la loro figlia non ce l’aveva fatta".
Quello dell’avvocato Giudice, che ha preso a cuore la vicenda, è una sorta di appello. "Abbiamo depositato la querela non per accusare qualcuno. E’ più un fatto umano – ha concluso –. La mamma se n’è andata dal mio studio abbracciata al marito con una speranza. Per un attimo mettiamoci nei panni di questa donna. Non svolgere neanche l’autopsia vuol dire lasciarla con il dubbio per una vita intera, il dubbio di non sapere perché sua figlia è morta".