REDAZIONE PRATO

Monastero San Vincenzo, la doppia ricorrenza

Agosto è uno dei periodi più importanti dell’anno per il monastero domenicano di San Vincenzo, dove visse Santa Caterina de’...

Il vescovo Giovanni Nerbini e il Crocifisso di Santa Caterina Da oggi a domenica le celebrazioni

Il vescovo Giovanni Nerbini e il Crocifisso di Santa Caterina Da oggi a domenica le celebrazioni

Agosto è uno dei periodi più importanti dell’anno per il monastero domenicano di San Vincenzo, dove visse Santa Caterina de’ Ricci, compatrona della città. Da oggi a domenica 24 agosto si celebrano le Feste del Crocifisso miracolo di Santa Caterina, mentre venerdì 29 agosto si venera la Madonna dei Papalini. La Festa del Crocifisso ha origine da uno dei miracoli più stupefacenti che si raccontano della vita di Santa Caterina de’ Ricci. Il Crocifisso si staccò dalla Croce e abbracciò la suora. A testimoniarlo furono le consorelle della Santa che assistettero al prodigio, avvenuto il 24 agosto del 1542, nel monastero di San Vincenzo in piazza San Domenico. Il Cristo chiese alla Santa di fare tre processioni ogni anno per la conversione dei peccatori. Da allora le monache non sono mai venute meno a quella richiesta. La messa di oggi alle 8 sarà celebrata da don Alessio Santini, domani sempre alle 8 da don Patrick Issomo Mama e domenica alle 8.30 dal vescovo Giovanni Nerbini. Mezz’ora prima delle messe c’è il canto delle Lodi, nel pomeriggio alle 18.45 la recita del Vespro (oggi alle 18,30). Durante il Triduo, dopo la messa, si tiene la processione del Crocifisso negli ambienti del monastero.

La memoria della Madonna dei Papalini è invece legata al fatto più tragico della storia cittadina. Il 29 agosto 1512 le soldataglie spagnole misero a ferro e fuoco strade e case, il celebre Sacco di Prato. Le violenze furono una delle terribili conseguenze dello scontro in Italia tra la Francia e gli Spagnoli, alleati con lo Stato pontificio. In gioco c’era il rientro dei Medici, cacciati da Firenze (sotto il cui dominio era anche Prato) nel 1494. L’esercito del viceré di Napoli Ramon de Cardona, accompagnato dal cardinale Giovanni de’ Medici (legato pontificio), penetrò in Toscana dal Mugello e, per dare una dimostrazione di forza, deviò verso Prato. Il tragico, violento saccheggio, durato ben 22 giorni, provocò l’uccisione di centinaia di persone. Firenze patteggiò la resa e il ritorno dei Medici al potere. In questa tragica storia c’è un episodio di fede. I feroci soldati entrarono anche in San Vincenzo, trovando le suore raccolte in preghiera davanti ad una statua della Madonna: caddero in ginocchio diventando mansueti. Sono passati 512 anni e le monache hanno sempre ricordato quell’episodio venerando quella statua policromata chiamandola dei Papalini (dalle truppe pontificie alleate con gli spagnoli). Venerdì 29 agosto messa alle 8 presieduta da don Luciano Pelagatti, domenica 31 alle 8,30 celebrata dal rettore della basilica don Paolo Baldanzi, alle 18.45 vespro e processione con la Madonna dei Papalini.