Anche 20 anni fa esatti il mondo pareva sull’orlo della catastrofe. Dal 2 aprile al 10 maggio 2002 la basilica della Natività a Betlemme venne assediata dall’esercito israeliano: un luogo così caro al mondo era stato occupato da 240 palestinesi asserragliati dentro la Basilica. Dentro erano rimaste quattro suore. Francescane. Prestavano servizio lì, in Casa Nova. Appartenenti alle Minime del Sacro Cuore di Poggio a Caiano. Nonostante pressanti inviti a farlo, non vollero abbandonare la Basilica. Decisero di restare dentro, dando prova di fede e di coraggio. Per aiutare e curare. Dare speranza e parole buone. Nei 39 giorni si contarono 8 morti e 27 feriti. Per risolvere una situazione difficilissima, determinante fu l’azione di Giovanni Paolo II. Fra le giornate più difficili in quel 2002 il 15 e il 16 aprile. "Stanotte hanno sparato tre colpi di cannone come segno intimidatorio, ma stamani si sono fatti sentire continuamente" si legge, il 15 aprile, nel diario tenuto dalle Minime. "Oggi, non potendo fare diversamente abbiamo usato l’acqua della cisterna, per cucinare. Finché abbiamo il gas si bolle e poi? La situazione si aggrava". E il giorno successivo: "I palestinesi sparavano da Casa Nova e gli altri dalla strada. E’ stata una battaglia vera e propria. Noi nonostante tutto nutriamo sempre la speranza di uscirne al più presto e che il Signore ci aiuti ad arrivare alla fine del conflitto". La Madre Generale di allora, suor Sandrina Borgioli, il 19 e il 20 aprile 2002 scrisse due lettere. Toccanti, di grande efficacia. Autenticamente francescane. Indirizzate al "Fratello Sharon" e al "Fratello Arafat", i capi delle due parti in guerra. In questi giorni di guerra andrebberro rilette.
Con attenzione.
Mauro Banchini