Migliaia di ex studenti piangono Nannicini Il preside che ha saputo essere un maestro

E’ morto all’età di 90 anni. Alla guida di Cicognini e Copernico tirò su intere generazioni di pratesi. Che non lo hanno mai dimenticato

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Una vita da appassionato. Di arte, letteratura, storia, musica. Di Prato e delle camminate sui sentieri della Calvana. Diceva che c’era tanta bellezza da raccontare e fare conoscere. E’ morto all’età di 90 anni Sergio Nannicini, docente di lettere e di storia, preside al liceo classico Cicognini dove aveva studiato e al liceo scientifico Copernico che contribuì a fare nascere. E’ stato in prima fila accanto al professor Giorgio Giorgi alla fine degli anni Sessanta a dare gambe alla scuola per lavoratori Flanagan organizzata all’interno del circolo Acli a Chiesanuova, dove ogni sera entravano giovani e meno giovani con le tute da lavoro per imparare, conseguire la licenza media e migliorare la propria condizione sociale. Un’esperienza innovativa finita anche sulla stampa nazionale. Erudito e curioso, intransigente e vivace, non solo ha formato intere generazioni di studenti, ma soprattutto li ha pungolati, li ha incoraggiati a rispettare la cultura, anche a sentirsi profondamente legati al proprio territorio, ma con lo sguardo aperto fuori dai nostri confini. E tanti ieri hanno reso omaggio alla salma esposta alle cappelle del commiato della Misericordia. Con il cuore gonfio di commozione e di ricordi. Nannicini è andato in pensione nel 1999, ma i suoi studenti non lo hanno mai dimenticato. Appena una manciata di anni fa alcune classi hanno festeggiato i 50 anni dalla maturità e con loro hanno voluto anche il professor Nannicini al quale hanno regalato una targa per il suo ruolo di insegnante ed educatore. Un ruolo del quale era orgoglioso. Gioiva dei traguardi raggiunti dai suoi allievi. Come il maestro Alberto Batisti o l’organista Gabriele Giacomelli. Ma i nomi sarebbero davvero tanti. Professionisti, imprenditori, commercianti. Donne e uomini ai quali sapeva di avere lasciato un patrimonio culturale. Sono stati proprio loro, in tanti, "i miei studenti" come li chiamava ancora, a ricordare il "prof" come maestro di cultura e di vita sulle pagine Facebook. Nannicini che si è speso tanto fra le mura scolastiche, non si è sottratto agli impegni in quelle istituzioni nelle quali era convinto di contribuire a migliorare la città. "Seniore" della storica biblioteca Roncioniana, socio della Fondazione Cassa di risparmio e attivo nell’associazione culturale Cesare Guasti. Come lui stesso diceva, amava mettersi "al servizio della città", ovunque ci fosse da fare sentire la sua voce per salvaguardare e valorizzare storia, cultura, tradizioni, paesaggi della sua Prato.

Gli oltre mille cd di musica classica e operistica della sua collezione donata alla biblioteca Lazzerini testimoniano quanto fosse forte il desiderio di condividere con gli altri la bellezza. Sempre per insegnare e diffondere cultura. Tra le sue ultime pubblicazioni, da ricordare "Il castello di Prato verso la metà del Novecento. Le arti, le venture e i ricordi di antiche e nuove imprese fra i dossi e le fiumane dell’Appennino" nel quale Nannicini ha ripercorso idealmente le vie, i monumenti e le piazze di Prato, anche negli angoli più nascosti, attraverso la storia, l’arte, l’architettura. I funerali di Nannicini si terranno domani, lunedì, alle 9.30 presso la chiesa del Sacro cuore di Gesù.

Marilena Chiti