Meno inquinamento, più lavoro. Oltre 33mila tonnellate di rifiuti non finiranno più in discarica

Nel nuovo hub tessile si prevedono 50 posti. L’impianto lavorerà in sinergia con il distretto. Le aziende potranno utilizzare le fibre prodotte o reimmettere sul mercato abiti in buono stato .

Meno inquinamento, più lavoro. Oltre 33mila tonnellate di rifiuti non finiranno più in discarica

Meno inquinamento, più lavoro. Oltre 33mila tonnellate di rifiuti non finiranno più in discarica

Meno rifiuti in discarica e nei termovalorizzatori. È l’obiettivo ambizioso dell’hub del tessile che a pieno regime sarà in grado di trattare e quindi reimmettere nel circuito industriale e dei commercio oltre 33mila tonnellate di scarti. Abiti usati e non più utilizzabili, ma anche scarti di lavorazione industriale.

L’hub tratterà due tipi di flussi: 20.000 tonnellate di materiale all’anno (più o meno corrispondenti all’intero fabbisogno regionale) derivanti dal circuito del post consumo quindi abbigliamento destinato alla discarica e 13.000 tonnellate all’anno provenienti dal circuito del pre-consumo (circa il 50% deriverà dalle attività del distretto tessile di Prato che finora vengono smaltite come rifiuti speciali).

Si stima che, per quel che riguarda il post consumo, il 60% dei capi (12.000 tonnellate), dopo apposita sanificazione, verrà inviato ad aziende già presenti sul territorio pratese e specializzate in questo settore di mercato per tornare ad essere indossate. Il restante 40%, composto da capi di abbigliamento non riutilizzabili, una volta eliminate le componenti accessorie come cerniere, fibbie, bottoni, verrà inviato alla linea automatica dell’impianto che selezionerà i rifiuti per fibra e colore. Successivamente potrà essere inviata alla linea di pre-sfilacciatura per agevolare il successivo riciclo meccanico. Allo stesso modo gli scarti derivanti dal circuito pre-consumo, che in questo momento vengono prevalentemente inviati in discarica o a termodistruzione, per la difficoltà di essere selezionati manualmente, verranno inviati alla linea di selezione automatica per il recupero delle fibre riutilizzabili ed inviati poi ad impianti di riciclo specializzati, in base alle caratteristiche dei materiali.

Il materiale in uscita dall’impianto verrà poi inviato ad aziende già presenti sul territorio e partner dell’hub per le operazioni di effettivo riciclo (distretto tessile, produzione di pannelli acustici e arredi, produzione di asfalti, riciclo chimico): un sistema virtuso che va a braccetto con il tessuto imprenditoriale della città. Anche un sistema amico dell’ambiente e del mercato del lavoro visto che l’impianto avrà necessità di circa 50 persone per entrare un funzione. Si tratta di tecnici tessili e manuali che nei prossimi mesi verranno in parte selezionati dal mercato del lavoro e in parte persone che già lavorano all’interno di Alia.

Silvia Bini