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Dieci medici di famiglia in pensione. "Siamo preoccupati: mancheranno i sostituti"

L’allarme del presidente dell ’Ordine: "Tanti giovani preferiscono specializzarsi in altri ambiti". Ed è solo l’ultima di una lunga serie di problemi

Medici di famiglia andranno in pensione

Prato, 26 febbraio 2022 - Il 2022 si preannuncia come un altro anno per il turnover dei medici di famiglia. Secondo una prima stima dettata dall’età anagrafica dei professionisti, sembra che il territorio pratese dovrà vedersela con il pensionamento di una decina di medici di base. Si tratta di una prima ipotesi approdata sul tavolo dell’Ordine dei medici e della Federazione dei medici di medicina generale di Prato.

Un possibile problema pronto ad andarsi a sommari al susseguirsi di difficoltà - dal mancato ingresso di forze fresche al difficile reperimento di professionisti per le sostituzioni - già esplose negli scorsi mesi. Il caso più recente è quello di Montemurlo, dove centinaia di cittadini sono rimasti senza medico di famiglia dopo che il loro è arrivato alla meritata pensione.

"Purtroppo ci troviamo al punto della cosiddetta ’gobba previdenziale’", commenta Guido Moradei, presidente dell’Ordine dei medici di Prato. "Una fase in cui arriviamo sprovvisti di nuovi ingressi professionali". Il sistema di formazione, lungo e complesso, e successivamente quello di ingresso al mondo del lavoro è ingessato da troppi cavilli e da norme anche recenti. "Gli specializzandi adesso possono ottenere una convenzione, ovvero prendere dei mutuati, ma in numero ridotto, con un massimale di 650 persone. Ricordiamo che un medico curante massimalista può avere invece dai 1.200 ai 1.500 assistiti", spiega Alessandro Benelli, segretario della Fimmg. Un meccanismo che spiega spiega quanto accaduto a Montemurlo, quando un giovane medico non ha avuto modo di prendere in carico tutti i pazienti precedentemente assistiti dal medico andato in pensione. I pensionamenti del 2022 dovrebbero riguardare 4-5 professionisti a Prato, uno a Montemurlo, uno a Vernio e uno a Carmignano.

I giovani specializzandi in medicina generale dell’area pratese non superano la decina e non possono essere impiegati neppure per le sostituzioni dei medici in malattia, come è emerso con maggiore evidenza nei mesi della pandemia. "Possono effettuare un mese di sostituzione all’anno", spiega il presidente Moradei. "Tanti giovani preferiscono specializzarsi in altri ambiti - aggiunge Benelli - perché la medicina generale è meno remunerativa rispetto al passato ed è afflitta da una burocrazia sempre più pesante. A farne le spese sono i cittadini". Qualche piccolo cambiamento potrebbe arrivare con il Pnrr. "Si intravede un barlume di speranza per il sistema sanitario - prosegue Moradei - ma è importante che le quote finanziarie siano destinate non solo all’ambito strutturale, ma alle spese correnti a sostegno del lavoro dei professionisti". Si apre poi un altro capitolo: quello del rapporto fra territorio e ospedale. "Sul territorio si è cercato di sopperire alle carenze dei posti letto ospedalieri. E’ necessario lavorare per una integrazione. Le soluzioni? Non sono facili. E comunque le risposte arriveranno fra qualche anno". Sara Bessi