Maurizio Ridolfi "Voglio il Prato, senza stress"

Il tecnico che ha rilanciato i lanieri aspetta la decisione di Commini. "Soddisfatto e fiducioso, ma per il salto serve più qualità"

Maurizio Ridolfi "Voglio il Prato, senza stress"

Maurizio Ridolfi "Voglio il Prato, senza stress"

Maurizio Ridolfi gode il riposo del guerriero, appagato per di più da una chiamata in prima squadra dove ha svolto il suo compito al meglio, dimostrando che non è necessario indagare nel firmamento calcistico per arrivare al risultato, ma che è preferibile talvolta mangiare il pane fatto in casa. Un po’ di relax e poi un salto al mare.

Dove? Nella Versilia tentacolare di noi toscani?

"No, adoro la Sardegna rupestre. Sarò lì anche quest’anno".

Sta sfogliando la margherita del chiama-non chiama?

"Allude all’eventuale chiamata del presidente Commini per riconferma?".

Alludo.

"Il calcio tace e Ridolfi si dà pace. Siamo foglie appese all’albero della riconferma, noi allenatori. Se ci spero? Logico che me lo auspico perché ho il Prato nel sangue fin da quando ci ho giocato negli anni verdi, perché credo di aver risposto alle attese e perché il presidente mi ha sempre mostrato fiducia fin da quando mi scelse per le giovanili, ma non mi rigiro nel letto la notte a pensare il futuro. So che certe scelte si partoriscono con calma, altrimenti si fa un parto distocico come dicono i medici".

Non teme il Commini che inzuppa nel caffelatte gli allenatori e li cambia a ogni stormir di fronde?

"Con me Commini è sempre stato di assoluta affidabilità".

Cosa manca al Prato per aspirare al salto di categoria?

"Necessita di qualche elemento in più di qualità. Abbiamo perso contro formazioni di alta classifica, abbiamo vinto contro le altre. E’ una constatazione che dice tutto".

Il Prato giubilò in piena zona retrocessione il migliore Marangon e poi cominciò a vincere.

"Sì, ma acquistò il sottoscritto alla guida della prima squadra. Scherzo ovviamente. Si ricominciò con uno spirito nuovo".

Quale?

"L’entusiasmo e l’unità d’intenti con tutti i comparti della società. I leader non dicono mai io faccio, ma noi facciamo".

L’allenatore che stima?

"Preferisco non fare nomi. Non ho considerazione soltanto degli integralisti, che costruiscono la squadra a proprio uso e consumo. Occorrono eclettismo e duttilità nel mutevole mondo dei calci".

Commini metterà mano al portafogli? Oppure ha imparato anche lui a far querciola che non gli scuci i soldi di tasca nemmeno a capo all’ingiù?

"Commini traccerà come credo il solco degli impegni finanziari, io dovrò difenderlo in campo tecnico se sarò prescelto".

A sentirlo ora sembra uno uscito dall’università di Oxford. Ha tagliato anche la capigliatura che per Sansone era simbolo di energia.

"Non sono nemmeno ora un mamma mia, ma al mondo non basta esserci bisogna saperci starci, come si dice dalle nostre parti".

A giorni le affideranno un direttore sportivo, non bastava far crescere Sciannamè?

"Credo che Sciannamè, con cui ho lavorato benissimo, resterà nel Prato, ma è la società a decidere".

Fiducioso?

"Ora e sempre".

Roberto Baldi