Eventi e cerimonie, la crisi del settore. "Aiuti o rischiamo di fallire"

Confcommercio lancia l’allarme: "Servono presto interventi concreti". La crisi riguarda tutti i segmenti economici che compongono la filiera

Un matrimonio in chiesa

Un matrimonio in chiesa

Prato, 26 novembre 2020 - «Rischiamo il fallimento". È questo il dramma del settore eventi e cerimonie che conta i danni causati dal Covid-19 sull’intera filiera e critica la mancanza di aiuti adeguati.

Già a settembre si parlava di un calo medio del 68% del fatturato con punte dell’83% secondo una ricerca realizzata dall’istituto Astra Ricerche per conto di Adc-Club degli Eventi. Ciò che spaventa di più però, è la mancanza di prospettive per il comparto che non sembra destinato a ripartire prima di marzo 2021.

"Una situazione insostenibile per i professionisti – denuncia la Confcommercio in una nota – che chiedono maggiori tutele e sostegni da parte del Governo". Sono tante infatti le attività coinvolte nel settore che nel corso del 2020 hanno visto bruscamente interrotto il lavoro con il crollo dei fatturati e l’occupazione in bilico". Si tratta non solo di wedding planner, catering e agenzie di organizzazione ma anche di fioristi, negozi di abbigliamento e calzature, fotografi, aziende di noleggio attrezzature, pasticcerie, ristoranti, alberghi, agenzie di viaggi, parrucchieri, estetisti.

In tutto , nelle province di Pistoia e Prato, contiamo migliaia di attività e decine di migliaia di addetti operanti nella filiera. Fra questi c’è chi si è visto disdire o rinviare numerosi progetti restando, di fatto, inattivi, ma anche chi ha visto ridurre notevolmente il proprio fatturato. 

Solo per fare un esempio, il 70% del venduto dei fioristi deriva dall’allestimento di matrimoni e cerimonie – secondo i dati di Federfiori Confcommercio – e, se si somma l’impossibilità di creare situazioni conviviali, si trovano quindi con le attività aperte ma l’operatività al minimo.

Ciò che contraddistingue il settore e che ne determina oggi la congiuntura è la lunga programmazione che sta dietro a ciascun evento e che la pandemia rende di fatto impossibile. Le attività continuano a pagare immediate ripercussioni sull’occupazione e pesantissime scelte di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale per fronteggiare la cancellazione della maggior parte degli eventi nel 2020 mentre la ripartenza è un grande punto interrogativo.

"Un fallimento della filiera è assolutamente da scongiurare perché peserebbe in modo drammatico sull’economia dei singoli segmenti – sottolinea la Confcommercio di Prato e Pistoia – per questo chiediamo al Governo di includere tutti i soggetti della filiera nei sostegni previsti per le categorie colpite dall’emergenza Covid, senza lasciare fuori nessuno di questi. E in particolare di sospendere le scadenze fiscali agli imprenditori che vedono azzerati i ricavi relativi all’anno 2020".