Marta, la nonna partigiana. Festa per i suoi cento anni: "Ha pensato alle vittime"

Il sindaco Calamai l’ha raggiunta per gli auguri nella casa in via di Albiano. I ricordi: quel giorno in cui rischiò di perdere il figlio neonato per mano delle SS.

Marta, la nonna partigiana. Festa per i suoi cento anni: "Ha pensato alle vittime"
Marta, la nonna partigiana. Festa per i suoi cento anni: "Ha pensato alle vittime"

Un po’ di luce in questi giorni bui del post alluvione a Montemurlo, nonna Marta, partigiana, ha compiuto cento anni. Il suo primo pensiero è stato proprio per le vittime e gli alluvionati. Marta Lisetta Massai, nata a Prato, dal 1992 risiede a Montemurlo in via di Albiano e lo scorso 10 novembre, in piena allerta meteo arancione, è diventata centenaria. Non senza difficoltà, il sindaco Simone Calamai l’ha raggiunta nella sua casa per esprimerle le felicitazioni di tutta l’amministrazione comunale per questo traguardo.

Marta, quando ha visto arrivare il sindaco, si è commossa e il suo primo pensiero e le sue preghiere, da donna di fede qual è, sono andate alle vittime dell’alluvione, al sindaco stesso per il suo impegno speso nell’emergenza e ai volontari che stanno lavorando al ripristino del territorio. Il sindaco Calamai le ha consegnato un omaggio floreale e la pergamena del Comune. Marta Massai, a dispetto dei suoi cento anni, è una donna dinamica e molto presente. Fino a cinque mesi fa guidava la sua auto ed ora, che non le hanno rinnovato la patente, le pesa molto non poter più avere la piena autonomia di spostamento. La vita di Marta Massai è lunga è piena di ricordi, anche molto dolorosi. Nata a Prato, figlia di Brunetto Massai, maestro ramaio di piazza Mercatale, cavaliere del lavoro, a soli 19 anni sposa Silvano Nesti, il grande amore della sua vita. Dal 1992 vive a Montemurlo. I due giovani allo scoppio della Seconda guerra mondiale, come molte famiglie pratesi, lasciano il centro e sfollano a Galciana. Silvano intraprende la strada della Resistenza e anche Marta diventa una staffetta partigiana, mette a repentaglio la sua vita e porta i messaggi ai partigiani, nascosti nella canna della bicicletta. "Quando incontravo qualche soldato il cuore mi batteva forte", ricorda Marta. Nel 1944 nasce il suo primo figlio, Riccardo ed è durante i primi mesi di vita del bambino che accade un episodio che Marta ricorda ancora piangendo. Le SS arrivano nel casolare di campagna dove la famiglia Nesti è sfollata, cercano i partigiani. Mettono tutta la famiglia dei contadini e la stessa Marta al muro, poi prendono il figlioletto di pochi mesi e gli puntano la pistola alla tempia, intimando a Marta di rivelare il nascondiglio del marito partigiano.

Se oggi Riccardo è alla soglia degli ottant’anni, racconta Marta, è perché arrivò la notizia dell’arrivo degli americani e quindi i tedeschi si diedero alla fuga. Oggi Marta Massai ha una grande famiglia, qualche anno fa ha perso il marito, ma le restano i figli Riccardo e Patrizia, sei nipoti e otto pronipoti. "In mezzo a questo disastro che colpisce tutta Montemurlo, è stata una gioia poter festeggiare Marta Massai e conoscere la sua grande sensibilità, solidarietà e il suo spirito altruistico verso la nostra comunità" conclude il sindaco Calamai.