REDAZIONE PRATO

Maltrattata dal compagno. Lo denuncia: condannato

Botte, minacce e offese continue: "Sei una scimmia, ti taglio la gola". La donna ha trovato la forza di ribellarsi quando è diventata mamma.

La donna, 45 anni, ha vissuto. un incubo fatto di minacce, botte, offese

La donna, 45 anni, ha vissuto. un incubo fatto di minacce, botte, offese

Il coraggio lo ha trovato quando è diventata mamma. Ha deciso che in quell’inferno non voleva più vivere, mai più: doveva fare qualcosa. Doveva ribellarsi al compagno che la maltrattava fisicamente e verbalmente. Doveva denunciarlo. E così ha fatto. Ora, il giudice per l’udienza preliminare ha deciso di condannare l’uomo, un cinquantunenne originario della Campania ma residente a Prato, a 3 anni e 6 mesi di reclusione per maltrattamenti.

La donna, 45 anni, ha vissuto per circa due anni un incubo fatto di minacce, botte, offese, anche davanti al figlio piccolo.

I giorni più difficili erano quelli in cui il compagno era ubriaco. Urla e ancora urla: "Fai schifo, sei una scimmia, sei una cattiva madre". Schiaffi nell’anima, e schiaffi veri, al volto. E poi calci alle gambe. E minacce di morte: "Stai attenta che le riprendi, non te la do vinta, quando me ne andrò sarà perché ti ho tagliato la gola".

Era il 2021 quando la donna ha deciso di denunciare il compagno che la maltrattava dal 2019. L’imputato, come ha ricostruito l’accusa, costringeva la donna a subire offese, minacce di morte, rimproveri.

Una violenza fisica e verbale che esplodeva e si amplificava in particolare quando lui era ubriaco, con l’alcol a trasformarlo ancora di più in un orco. Erano quelli i giorni peggiori. A un certo punto ha addirittura detto alla donna che l’avrebbe buttata giù dal balcone.

Nessuna pietà e nessun aiuto anche nella gestione del figlioletto: si rifiutava di accudire il bambino di soli 9 mesi quando la compagna era impegnata a lavorare o nelle faccende domestiche dicendole che il figlio era suo, che lui non se ne sarebbe interessato.

Forse proprio l’amore per il figlioletto ha dato la forza alla donna di dire basta. Ha parlato, ha denunciato. Martedì è arrivata la sentenza.

Il giudice Bandiera ha riconosciuto alla 45enne pratese, costituita parte civile e difesa dall’avvocato Alessandra Artese, un risarcimento danni di 10mila euro. Tremila euro sono stati riconosciuti al figlio della coppia.