Mai più l’alluvione. I progetti per Prato costano dieci milioni: "Ecco le zone fragili"

Consorzio di bonifica Medio Valdarno: sei gli interventi più urgenti. Dall’argine destro del Bisenzio alla manutenzione a Santa Lucia. Il presidente: "Non possiamo più limitarci alle opere ordinarie"

Prato, 27 aprile 2024 – Duecentosettanta milioni di euro per mettere in sicurezza il territorio di competenza sul fronte del rischio idrogeologico. E’ la richiesta che il Consorzio di bonifica Medio Valdarno ha fatto al governo, nell’ambito di un pacchetto di interventi prioritari ancora maggiore, di 356 milioni per 56 interventi, per effettuare manutenzioni straordinarie e realizzare nuove casse d’espansione a seguito del disastro per l’alluvione dello scorso 2 novembre. C’è già anche un "pacchetto Prato" con progetti indicati come prioritari e praticamente pronti, almeno i principali. Si tratta di lavori per 10,3 milioni che vanno dalla sistemazione dell’argine destro del Bisenzio fino al ponte Lama, 5 milioni in tutto, all’adeguamento funzionale della cassa di Lavacchione (2 milioni), al consolidamento della briglia sul Bisenzio a Santa Lucia (600mila euro).

I danni dell'alluvione
I danni dell'alluvione

"La calamità naturale dell’alluvione ha messo tutti di fronte al fatto che la manutenzione ordinaria non basta più per fronteggiare simili eventi meteo – spiega il presidente del consorzio, Marco Bottino –. Per prevenire certi episodi c’è bisogno di pensare a nuove opere di contenimento dell’acqua piovana, a partire dalle casse di espansione". Un esempio? Bottino spiega una delle opere necessarie sul reticolo minore: "Penso al Bagnolo. Nell’area di Montemurlo serve una grande opera infrastrutturale, una cassa d’espansione a monte che eviti un eccessivo afflusso d’acqua poi verso l’abitato. Opere non banali, che richiedono approfondimenti e studi specifici. Ma ormai è chiaro che non possiamo più limitarci alla manutenzione ordinaria".

Il tema del rischio idrogeologico è stato affrontato nei giorni scorsi al Palazzo delle Professioni nell’ambito dell’incontro promosso dall’Intergruppo parlamentare "Progetto Italia", con il contributo di Cae. Una iniziativa fortemente voluta dalla deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, membro alla Camera della commissione Ambiente. "Come consorzio abbiamo anticipato tre milioni di euro per le somme urgenze – aggiunge Bottino –. Ora aspettiamo altre risorse statali per andare avanti su un comprensorio fragile, soprattutto a livello di reticolo minore. Per quanto riguarda gli argini, invece, siamo quasi arrivati alla risoluzione dei danni e anche alla rimozione degli oggetti portati dalla piena di acqua e fango". Durante l’iniziativa si è provato anche ad andare nel dettaglio delle nuove tecnologie da mettere a disposizione degli enti pubblici con gli interventi di imprenditori e associazioni.

"Per troppo tempo c’è stato un blocco ideologico nella nostra regione e ne paghiamo le conseguenze oggi – spiega Mazzetti –. Il nostro territorio è fragile e ha urgente bisogno di opere infrastrutturali straordinarie, troppo spesso osteggiate, ma anche di manutenzione ordinaria, anche con le nuove tecnologie digitali. Il rischio va affrontato prima delle emergenze: partiamo da questa ampia e trasversale condivisione per non farci trovare mai impreparati nel futuro".