REDAZIONE PRATO

L’ultima partita di Diamanti Alino saluta il calcio a Perth "L’atleta finisce, l’uomo resta"

Oggi si chiude la carriera del calciatore pratese protagonista anche in nazionale. Il futuro forse in un messaggio dell’ex compagno Valiani: "Ti aspetto a Coverciano".

L’ultima partita di Diamanti Alino saluta il calcio a Perth "L’atleta finisce, l’uomo resta"

The last dance, l’ultimo ballo. Per Alessandro Diamanti inizierà alle 14 di oggi, quando il suo Western United affronterà in trasferta il Perth Glory, nell’ultima giornata dell’A-League. Una partita che sul piano del risultato conta ben poco: il Western non è riuscito a bissare il titolo di campione d’Australia conquistato lo scorso anno. Non sarà però una gara come le altre, perché sarà l’ultima partita di Alino: il fantasista pratese ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, alle soglie dei 40 anni (che compirà martedì prossimo). E si chiuderà così un percorso ultra-ventennale, iniziato nel lontano 2000 quando debuttò diciassettenne con il Prato.

"Che dire? Il calciatore finisce, l’uomo rimane – le parole di Diamanti alla vigilia – questo è sempre stato il mio motto e ho fatto di tutto per rispettarlo, nel corso della mia carriera. Mi sono emozionato, in questi giorni mi sono arrivati circa 20mila messaggi d’affetto sui social. Pian piano li leggerò tutti, uno per uno". La sua è stata una carriera lunghissima fatta di 123 reti in 578 partite con le squadre di club, alle quali vanno aggiunte le 17 presenze (condite da una rete) con l’Italia. Con la maglia azzurra è stato protagonista agli europei del 2012. Gli è mancata una big, pur avendone sfiorate diverse: Moratti stava per portarlo all’Inter nel 2009, la Juve lo aveva quasi acquistato nel 2013. Alla fine non se n’è fatto nulla, ma le soddisfazioni non gli sono comunque mancate.

E per quanto concerne il futuro? Diamanti si è sbilanciato, ma qualcosa lascia intravedere un messaggio social dell’ex compagno di squadra Francesco Valiani: "Ora prepara il trolley, a luglio ci si vede a Coverciano...".

Giovanni Fiorentino