Ha due dita della mano fratturate e una prognosi di 30 giorni. Seduto accanto a lui c’è il collega che mostra una ferita al sopracciglio sinistro causata, dice, da una bastonata. Sono i due operai della Texprint rimasti feriti nella rissa di mercoledì pomeriggio avvenuta in via Sabadell tra le fabbriche del Macrolotto. Ha preso una piega sociale il caso Texprint dopo l’ultimo violento episodio con tanto di aggressione a colpi di pietre e bastoni, andato in scena davanti alla sede dell’azienda. Botte, spintoni e parole grosse tra chi rivendica i propri diritti con scioperi e picchetti e chi invece vuole continuare a lavorare e teme di perdere il posto per una battaglia che non sente propria. Gli uni contro gli altri in una guerra dalla quale, per adesso, sono uscite solo ossa rotte e nessun vincitore, di sicuro non i lavoratori. Il primo round in cui è esplosa la tensione sociale dopo oltre cinque mesi di picchetti e blocco delle merci è accaduta la scorsa settimana durante la visita dell’onorevole di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Anche allora erano volati insulti tra gli scioperanti accusati dai dipendenti della ditta di voler fare chiudere l’azienda. Due giorni fa la tensione è tornata alta ed è sfociata nell’ennesimo scontro, ancora più violento dei precedenti, finito con l’arrivo di tre volanti della polizia, due feriti e cinque persone portate in questura per l’identificazione. "Erano 15 contro 3", attaccano gli operai pachistani che da oltre cinque mesi portano avanti il picchetto davanti all’azienda per far valere i propri diritti e chiedere condizioni di lavoro dignitose. "Ci hanno aggredito con sassi e bastoni mentre noi non li abbiamo mai attaccati. Portiamo avanti una protesta che non è violenta mentre tra loro c’erano anche i soci della stamperia che ci sono venuti incontro per picchiarci". È il racconto di Syed Zeeshan, Farz Nasir e Faisal Imran, tre pachistani accerchiati, a detta loro, dai cinesi della Texprint stanchi di vedere camion e merci bloccate ogni giorno. Le immagini di quanto successo sono impresse nei video girati dagli operai iscritti al Si Cobas, immagini che sono state pubblicate su Facebook e consegnate alla polizia. Spetterà agli agenti stabilire se ci sono dei responsabili e se si è trattato di un’aggressione come sostengono gli operai feriti che oggi sporgeranno denuncia formale. "Mentre gli operai venivano picchiati, altri dipendenti della Texprint distruggevano le tende e i nostri picchetti, ci aspettiamo che adesso le istituzioni intervengano e prendano una posizione netta", commenta Luca Toscano coordinatore di Si Cobas. Intanto domenica alle 18 in via Sabadell ci sarà una manifestazione di solidarietà agli operai feriti organizzata dal sindacato mentre il 22 giugno è attesa l’udienza di fronte al Tribunale del lavoro che dovrà esprimersi dopo il ricorso presentato dai lavoratori contro i licenziamenti disciplinari che hanno colpito 13 scioperanti.
Silvia Bini