Lo spirito dell’8 Settembre indica la strada "Arriveranno mesi difficili, restiamo uniti"

Le parole del vescovo e del sindaco nel giorno più bello. L’incanto del corteggio e dell’ostensione. Piazza gremita per l’edizione numero 55

Si è ripresa la sua festa, Prato. Come l’ha sempre conosciuta e vissuta. Il Covid, con le sue limitazioni, a occupare un angolino minuscolo di una storia lunghissima che anno dopo anno, l’8 settembre, si ripete in un’emozione che non conosce tramonto. È stata l’edizione della ripartenza, quella di ieri, la 55ª, scandita dalla ritualità che impari a conoscere sin da bambino: è la Madonna della Fiera. La mattina la celebrazione del solenne pontificale in cattedrale, l’offerta dei ceri e poi, la sera, il corteggio storico. Il gonfalone, i tamburi, le chiarine, i figuranti. La tradizione nella sua veste più sfavillante ad accompagnare la città al momento più atteso: l’ostesione della sacra cintola.

Ma proviamo a riviverla, la giornata di Prato. Su invito del vescovo Giovanni Nerbini, ieri matina la messa del solenne pontificale è stata presieduta dal vescovo emerito di Fiesole Mario Meini (Nerbini era vicario generale della diocesi di Fiesole e dunque il principale collaboratore di Meini) e concelebrata da 50 sacerdoti del clero pratese. Tanti i fedeli arrivati in Duomo per venerare la Sacra Cintola della Madonna, protagonista della festa ed esposta per l’occasione nella Cappella dove è custodita da secoli.

Presenti le istituzioni cittadine con il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Francesco Puggelli, il prefetto Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Perché l’8 settembre è l’abbraccio tra la chiesa e la città, tra la comunità religiosa e quella civile. E di unità, oltre che di speranza e di ripresa, ha parlato monsignor Meini, con l’invito e l’augurio alla comunità di Prato a custodire e a consegnare al nostro tempo la "cintola del Buon Governo che da un secolo all’altro ha sempre stretto nell’unità i cittadini e ha tramandato uno stile di operosità, di dialogo e di accoglienza". Quindi l’offerta dei ceri per la Cappella del Sacro Cingolo donati alla Diocesi dall’amministrazione comunale. Il sindaco ha ricordato quel 19 marzo 2020 quando in piena pandemia la cintola fu mostrata a una piazza vuota. C’è un’emergenza diversa, ora, da scongiurare. "Oggi che nubi di tensioni sociale e difficoltà economiche sembrano avvicinarsi – le parole di Biffoni, con il riferimento alla sofferenza del distretto stretto nella morsa dei rincari – ci sarà ancora bisogno di questo connubio tra la parte laica e la parte religiosa della città, di essere fianco a fianco nel prendersi cura di una comunità che inizia a dare segnali di paura per il futuro. Insieme questa città sa affrontare tutte le sfide". Messaggio che anche il vescovo Nerbini ha condiviso: "Insieme è la parola giusta, e questa città da sempre cerca di farlo. Questa parola, insieme, non deve essere usata solo nelle emergenze, ma deve essere parola dell’ordinario. Come in una famiglia".

E poi eccolo, il momento più colorato della giornata, con la ‘Risorta’ di Palazzo Pretorio a dare il via al corteggio storico, con il Gonfalone a uscire dal Comune assieme al sindaco, alle autorità e alle rappresentanze delle città gemellate. La gente a riempire le strade, le chiarine musica di festa, i tamburi a scandire l’incedere, gli sbandieratori a tagliare l’aria di colori e poesia. Trecento figuranti e dodici gruppi, i numeri di una tradizione vivissima. Con la novità, quest’anno, delle due ’vallette’, prime donne nel corpo comunale. E in piazza Duomo tutto pronto ad accogliere il corteggio. Presente anche il governatore Eugenio Giani, affezionatissimo dell’appuntamento pratese. Emozionanti i due applausi, saliti dalla piazza verso le stelle, per due amici che Prato ha perso pochi giorni fa: il vicesindaco Gigi Biancalani e Gastone Simone, che qui è stato vescovo per vent’anni. E poi le coreografie disegnate sul sagrato davanti a una cattedrale sfavillante. Suggestiva quella del gruppo storico di Montemurlo - che sabato vivrà il suo, di corteggio - con le dame a danzare su musiche fiabesche. Presente anche una rappresentanza della Palla Grossa, i rossi e i verdi.

Terminato il corteggio l’ostensione della Cintola, con il vescovo tre volte sul pulpito di Donatello (e tre volte all’interno del Duomo dalla loggia del Ghirlandaio), le campane a suonare, e il sindaco, un sorriso commosso, a godersi una piazza di nuovo gremita. I testimoni sono stati Michele Coppola, direttore della galleria di Palazzo degli Alberti, il gallerista Fabrizio Moretti e Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Si è chiuso, quest’8 settembre, con lo spettacolo di luce e fuoco, lampi di magia, e poi con il videomapping a cura di Fonderia Cultart e Plasmedia. Proprio Francesco Fantauzzi di Fonderia Cultart, intervistato da Tv Prato nella diretta di ieri, ha voluto ricordare la bellezza di piazza Duomo tornata a riempirsi di pubblico per i tanti concerti di Settembre Prato: "Il prossimo anno ci piacerebbe trovare anche uno spazio più grande, come un parco. Ne parlaremo con l’amministrazione". Ieri, intanto, il videomapping è stato esperimento riuscitissimo, con la storia di Prato e i suoi protagonisti (fantascientifica la corsa di Pablito) sulla facciata del Duomo, fili di luce per un ricamo tridimensionale.

Maristella Carbonin