
Luca Toscano ieri durante il corteo dei Sudd Cobas, manifestazione organizzata dopo l’aggressione davanti alla ditta L’Alba
Il giorno dopo il corteo: tra solidarietà e accuse di ipocrisia. Dal fronte istituzionale arriva la voce del presidente della Provincia e sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, che annuncia un passo concreto: "Come istituzioni non possiamo rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia che stanno subendo questi lavoratori – afferma – dobbiamo denunciare quel sistema produttivo malato che fa profitto sulla pelle dei più deboli. La prossima settimana convocherò a un tavolo istituzionale alcuni dei committenti dell’azienda L’Alba, con i quali ho già parlato e che si sono detti disponibili al confronto. Chi parteciperà dimostrerà di voler dire no a sfruttamento, ricatti e violenze. Farò tutto il possibile per aiutare i lavoratori a difendere posto di lavoro e dignità".
Più dura la replica dal centrodestra, ieri assente in massa. Gianluca Banchelli, candidato al consiglio regionale per Fratelli d’Italia, attacca frontalmente: "Negli ultimi trent’anni chi oggi sfila con i Sudd Cobas si è girato dall’altra parte, o nel peggiore dei casi ne è diventato connivente. Vedere tanta agitazione mi mette amarezza: la politica, solo per fini elettorali, mescola tutto – mafia, sfruttamento, illegalità, diritti, salari – in un brodo primordiale in attesa di un Big Bang che rischia di uccidere la città e il distretto moda".
Banchelli ricorda le sottovalutazioni del passato: "L’espansione del distretto abbigliamento è stata ignorata e trasformata in un problema di razzismo. Io c’ero quando si diceva: ’Almeno i cinesi lavorano’. Oggi la sinistra si indigna, ma allora minimizzava". E critica anche i Sudd Cobas: "Vedo una superficialità preoccupante: sembra che il sindacato voglia solo creare un caso, non risolverlo, e a farne le spese sono sempre i più deboli".
Sulla stessa linea Aldo Milone, di Prato Libera e Sicura, che definisce la manifestazione "la più grande forma di ipocrisia vista negli ultimi trent’anni". Milone ricorda le operazioni del gruppo interforze che da assessore alla sicurezza promosse contro lo sfruttamento nelle aziende cinesi: "Quando facevo fare i controlli, l’allora segretaria provinciale del Pd Ilaria Bugetti li definì razzisti. E voglio ricordare l’episodio della Texprint, quando gli operai sfruttati chiesero un colloquio all’ex sindaco Biffoni e fu loro negato. Non ho sentito una parola di scusa da chi oggi sfila".
Poi Toscana Rossa per voce della candidata alle regionali Bundu: "Questo è un mondo che le altre coalizioni non vogliono vedere. C’è chi magari ha scelto di affacciarsi per opportunità dovuta all’imminente scadenza del 12 e 13 ottobre. Noi abbiamo sempre scelto di stare dalla parte di queste vertenze, anche quando chi governava Prato sceglieva di rifiutare il dialogo". Voci diverse che raccontano un territorio diviso: da un lato l’impegno istituzionale per un tavolo di confronto, dall’altro le accuse di opportunismo e silenzi passati. Intanto, la filiera tessile resta al centro di una battaglia che intreccia lavoro, legalità e futuro del distretto.