REDAZIONE PRATO

La battaglia per la legalità: "Lo sfruttamento dilaga. Colpire i committenti"

Meneghetti (Filctem Cgil) torna a chiedere di applicare le normative esistenti "Va applicata la legge della responsabilità in solido a chi dà la commessa".

Cartelli, fumogeni, megafono e tamburi A distanza di sette mesi i Sudd Cobas tornano in corteo (Attalmi)

Cartelli, fumogeni, megafono e tamburi A distanza di sette mesi i Sudd Cobas tornano in corteo (Attalmi)

"Da più di dieci anni siamo in prima fila nella battaglia per l’applicazione della normativa della responsabilità in solido del committente anche nel nostro distretto tessile. Abbiamo già esempi concreti, ma va perseverato su questa linea con scelte politiche precise". Juri Meneghetti, segretario generale di Filctem Cgil Prato e Pistoia, torna a predicare su un tema sotto i riflettori in questi giorni a seguito dell’aggressione agli scioperanti davanti alla confezione L’Alba. "Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo va contrastato perché se non si contrasta, tale realtà non può che peggiorare. Purtroppo Prato è diventata attrattiva proprio per questo. Molti lavoratori stranieri vengono indirizzati a Prato perché c’è ‘lavoro’. Ovviamente lavoro a certe condizioni non rispettose della dignità delle persone, ma accettate da chi è in situazione di fragilità. E’ sacrosanto affrontare il problema partendo dalla situazione di difficoltà del lavoratore, ma è un approccio non più sufficiente. Il fenomeno dello sfruttamento così non si aggredisce e non diminuisce: anzi sta aumentando a dismisura". Una considerazione di fondo che porta a dire il sindacalista della Cgil che "fermo restando la tutela delle persone, bisogna mettere in pista qualcosa per contrastare il fenomeno dello sfruttamento e lo si può fare soltanto applicando le leggi esistenti. Per questo da anni chiediamo che il distretto possa diventare territorio di sperimentazione costante delle norme in materia". Una sperimentazione che richiede l’intervento dello Stato: "Se uno Stato sa che in un territorio c’è un tipo di produzione che si basa sull’illegalità di varie forme fino allo sfruttamento lavorativo, allora è opportuno che si attrezzi per contrastarlo applicando il 603 bis che punisce gli sfruttatori. A Prato c’è stata una delle prime sentenze in tal senso grazie all’azione della Filctem. Il problema però è che chiusa la ditta sfruttatrice i committenti danno il lavoro ad altri. Ecco che è indispensabile applicare la legge della responsabilità in solido che vada a colpire il committente".

Meneghetti ricorda il caso della pelletteria Serena, dove i lavoratori erano sfruttati e percossi se non lavoravano bene. "Grazie alle segnalazioni degli operai siamo intervenuti e dopo aver attivato i procedimenti legali assistiti dall’avvocato Gattai, siamo riusciti a far condannare il titolare della pelletteria Serena per sfruttamento lavorativo fino a risalire all’azienda italiana che aveva fatto la commessa. Quest’ultima ha accettato un accordo stragiudiziale nell’aprile 2023". Una battaglia che richiede tempo e pazienza per risalire al primo committente. Nel caso della pelletteria Serena di Carmignano si tratta di una nota griffe che "adesso abbiamo portato in tribunale: noi siamo al fianco di tre operai insieme all’avvocato Gattai".

Il sindacalista fa un’altra considerazione: "Purtroppo l’attrattiva del distretto illegale non interessa soltanto l’ambito del tessile-abbigliamento, ma anche parte della logistica. Ricordo la cosiddetta guerra delle grucce". Dunque l’applicazione della responsabilità in solido "potrebbe diventare un forte deterrente per arginare lo sfruttamento e l’illegalità. Il richiamo alla responsabilità in solido fatta anche dall’imprenditore Riccardo Marini è una nota positiva perché se non si applica si crea danno anche alla parte sana del distretto. Ora la politica deve fare la sua parte: far applicare le regole e norme esistenti, oltre a dare gambe a quei protocolli firmati con le associazioni datoriali e di categoria".

Sara Bessi