Il termometro della crisi diventa più incandescente e farlo salire c’è la conbinazione di due fattori che da tempo non andavano così di pari passo. Da una parte è ormai noto l’aumento della richiesta di cassa integrazione sia dall’industria sia dall’artigianato, dall’altra sta emergendo la crescita pari a circa il 15% di richieste di disoccupazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dati che combinati diventano un mix letale per un distretto che più e più volte si è trovato a stringere i denti per non chiudere e per non soccombere.
E così se per l’industria il paracadute degli ammortizzatori sociali è un po’ più robusto, tanto che sono arrivo richieste di cassa integrazione ordinaria o straordinaria almeno fino alla fine dell’anno, la stessa cosa non si può dire per il settore dell’artigianato e per le piccole aziende con meno di 15 dipendenti.
"Il ministro del Lavoro ha aperto ad attivare gli ammortizzatori sociali e noi apprezziamo l’apertura, ma adesso non c’è da perdere davvero più tempo. Vanno attivati subito – afferma Juri Meneghetti, segretario generale della Filctem Cgil – Soprattutto per sostenere l’ambito dell’artigianato dove il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba) in alcuni casi è già esaurito e in altri è in fase di esaurimento". Per Meneghetti "ogni mese che passa è un problema e diventa sempre più faticoso risalire". Una fotografia che fa capire come l’auspicata ripartenza post estiva non ci sarà e che la ripresa della produzione spostata in avanti, almento all’anno nuovo. Quali sono le aziende principalmente toccate dall’attivazione della Naspi? "Si tratta di imprese artigiane piccole dotto i 15 dipendenti – prosegue Meneghetti – A farne le spese nella filiera sono molti terzisti". Tra le misure indicate come forma di sollievo per il distretto ci sono la cassa integrazione in deroga anche per le aziende che hanno meno di quindici dipendenti e la moratoria sul pagamento degli F24, in grado di lasciare liquidità nei bilanci aziendali.
"In una sola mattinata sono arrivate sulle nostre scrivanie una decina di Naspi, non sono poche – commenta Mirko Zacchei, segretario generale Femca Cisl Firenze e Prato – L’impressione è che il fenomeno è in un aumento. Ottobre è partito in picchiata. Ci aspettano due mesi piuttosto pesanti: purtroppo le domande ci fanno vedere che le aziende artigiane si stanno muovendo in anticipo chiedendo, quelli che ancora ne hanno la disponibilità, il fondo Fsba e per la disoccupazione. C’è da dire che a giugno non si erano viste ancora così tante domande di disoccupazione: un dato che deve davvero far riflettere". L’appello è sempre lo stesso: "Fare presto, fare il prima possibile perchè si rischia di fare tardi".
Sara Bessi