"Tre mesi d’attesa per fare una radiografia"

La protesta di una cittadina: "Primo appuntamento a maggio, ma stavo male. Ho fatto l’esame privatamente: ho le costole rotte"

Medici (foto di repertorio)

Medici (foto di repertorio)

Prato, 22 febbraio 2023 – Tempi di attesa che non collimano con le esigenze dei pazienti. È sempre il solito tormentone che sembra non trovare correttivi nonostante gli impegni presi e le parole spese se è vero che per una risonanza magnetica alla testa per problemi legati al long Covid, il primo appuntamento disponibile è per luglio e se una elettromiografia alle gambe può essere eseguita dal sistema sanitario nazionale soltanto a maggio. Ma il paradosso forse più assurdo riguarda i raggi: anche per una radiografia al torace bisogna aspettare fino a maggio con ricetta classi. Con prescrizione urgente da evadere entro 10 giorni il posto c’è, ma solo a San Marcello Pistoiese ossia a 48,6 chilometri di distanza percorribili in un’ora di tempo lungo una strada tutta curve: non proprio l’ideale per chi sospetta di avere delle costole fratturate. Tant’è. A raccontarci ancora il peggior spaccato della sanità pubblica è un donna che per ragioni personali non vuole pubblicare il proprio nome.

"Lavoro in un supermercato, guadagno 1000 euro al mese, ne ho già spese 200 per fare controlli medici privatamente", dice. "Ho preso il Covid a giugno, da allora non mi sento affatto bene. Ho cercato l’ambulatorio dedicato al long Covid che la Regione pubblicizza sul sito, ma non ne esiste traccia. Nonostante sul sito sia spiegato nei dettagli il funzionamento nella realtà nessuno mi ha saputo indicare, né medici di famiglia né Asl, dove si trova. Così ho seguito l’iter normale facendomi compilare le ricette dal medico di base per i controlli, quelli al cuore li ho pagati di tasca andando privatamente. Risonanza ed elettromiografia con il Cup me li hanno dati a luglio e maggio, a cosa mi serve una risonanza un anno e un mese dopo il Covid se non sto bene adesso?".

L’unica strada è la sanità privata, ma a quale prezzo? A un prezzo che molti non si possono permettere. I guai per la donna non sono finiti: "Accusavo un dolore al torace e così il medico di famiglia mi ha richiesto una radiografia. L’appuntamento mi è stato dato per maggio. Possibile? Sono andata privatamente e mi è stata diagnosticata una costola fratturata". Il problema che porta in luce la lettrice spiega in parte anche gli accessi impropri al pronto soccorso: una costola fratturata potrebbe essere gestita dalla rete di assistenza sul territorio, ma stando alla testimonianza, ci sono ancora delle falle evidenti. E allora la soluzione è sempre la solita: pagare di tasca propria o rivolgersi al pronto soccorso.