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L’incubo liste d’attesa. Visite impossibili e tempi non rispettati: "Ecco come uscirne"

Il Centro diritti del malato offre ai cittadini una soluzione per vedersi garantita la prestazione nei tempi indicati nella ricetta del medico. Baldi: "Vogliamo accompagnare gli utenti nei percorsi previsti".

L’incubo liste d’attesa. Visite impossibili e tempi non rispettati: "Ecco come uscirne"

La croce delle liste d’attesa per una visita, un controllo o un intervento può essere alleggerita. A dirlo è il piano nazionale di governo delle liste d’attesa che ha introdotto la garanzia che siano rispettati i tempi di attesa per tutte le prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale e dalla sanità regionale pubblica. Come è noto le classi di priorità per la soddisfazione delle prime visite e prime prestazioni strumentali ambulatoriali vengono indicate dal medico nella ricetta: U con attesa massima 72 ore;

B con attesa massima di 10 giorni, D con attesa massima di 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami; P con attesa massima di 180 giorni (poi 120 giorni). Ma quante volte i cittadini che telefonano per un appuntamento con ricetta in mano si sentono rispondere che le liste sono chiuse? Da qualche tempo è stato introdotto l’escamotage della pre-lista: se non c’è posto nei tempi stabiliti, il paziente può essere inserito in una pre-lista. E’ una sorta di presa in carico del cittadino, ma a differenza della lista "la pre-lista non ha scadenza. Il che fa scivolare l’utente in un limbo dal quale non si sa quando esce", dicono dal Centro diritti del malato.

Le liste d’attesa non possono essere chiuse o sospese: è azione illegittima punibile per legge. Che cosa posso fare i cittadini se al momento della prenotazione viene comunicato che la lista d’attesa per la prestazione di cui hanno necessità è bloccata? L’indicazione giunge dal Centro diritti del malato: "Quando sei di fronte ad una lista bloccata suggeriamo di segnalare il fatto inviando tramite comunicazione ufficiale (raccomandata r/r o Pec) alla direzione generale dell’Asl, all’Assessorato regionale alla Sanità e a Cittadinanzattiva con il modulo per richiedere lo sblocco delle liste e l’applicazione dell’ammenda – si legge nella Faq del sito dell’organizzazione – Secondo passo può essere quello di chiamare il Cup per conoscere quali altre strutture possono erogare la prestazione". Nel caso di superamento dei tempi massimi, invece, cosa si deve fare? "Inviare il modulo per chiedere l’individuazione della struttura pubblica o convenzionata in grado di erogare la prestazione di diagnostica o specialistica entro i tempi massimi stabiliti o autorizzare la prestazione in intramoenia senza oneri aggiuntivi oltre al ticket. E’ bene inserirsi in lista d’attesa per dimostrare l’impossibilità di ottenere il diritto quando si contatterà la Asl successivamente".

"La rete organizzativa del Tribunale per i Diritti del Malato, in Toscana e nel Paese, mira sempre ad assistere i cittadini/utenti, ’accompagnandoli’ nei percorsi procedurali previsti dalle Leggi", afferma Fabio Baldi, presidente del CdM. Intoppo, quello delle liste d’attesa ingolfate con cui prima o poi capita di imbattersi tutti: una soluzione c’è ed è in piena trasparenza, come indicato dalla Centro diritti del malato. I moduli si possono scaricare dal sito https://www.cittadinanzattiva.it/faq/2327-liste-di-attesa.html o si possono richiedere all’ufficio del CdM all’ospedale (0574 802759; e-mail:[email protected]).

Sara Bessi