SILVIA BINI
Cronaca

L’estate senza lavoro del tessile Solo Zara dà una scossa agli affari

Gli ordini arrivano con il contagocce e il periodo più duro deve ancora venire: "Sarà un autunno nero". Il colosso della moda fa acquisti a Prato, ma non basta. Così torna in auge il tema aggregazioni.

di Silvia Bini

Aperti o chiusi? Il distretto si interroga sul mese di agosto. La volontà di lavorare c’è, però mancano gli ordini: quelli consistenti, quelli in grado di far girare ininterrottamente i telai. Lo tsunami del coronavirus ha effetti devastanti sull’economia, che già prima era in affanno. L’export è paralizzato per colpa del mercato americano in stallo per il Covid che ancora picchia duro oltreoceano. Qualche spiraglio di luce arriva dalla Cina e dalla Corea ma non basta. E con l’Europa ancora impietrita dalla paura del virus, gli spostamenti sono quasi ridotti a zero e i mercati importanti come quello russo tentennano. Ragion per cui l’idea di restare aperti ad agosto non decolla, almeno non per tutti.

Gli imprenditori pratesi dicono di essere pronti ai sacrifici, ma per farli chiedono di avere in cassa ordini sufficienti a fare sì che le mancate ferie non si trasformino in un boomerang nel rapporto costi-benefici. D’altra parte gli ordini arrivano con il contagocce e i magazzini sono pieni di stoffe che le case di moda si ingegnano a riutilizzare per la prossima stagione primavera-estate. "I mesi più duri devono ancora arrivare, saranno quelli di settembre, ottobre e novembre", dice Riccardo Matteini del Gruppo Colle. Arrancano soprattutto rifinizioni e tintorie, alcune delle quali costrette ad anticipare le ferie applicando già dal mese di luglio la soluzione della settimana corta.

"I costi per tenere aperte rifinizioni e tintorie sono altissimi e se non arriva il lavoro non è possibile farlo", dice Roberto Rosati. "I prossimi mesi saranno duri, siamo tutti in attesa di ordini consistenti capaci di portare lavoro. Quello che si sta muovendo adesso sono piccoli quantitativi, c’è ancora troppa paura". Va un po’ meglio sul fronte dei tessuti per la casa: "Con l’emergenza sanitaria questo settore ha ripreso bene: i materassi, ad esempio, hanno avuto un picco di vendite, complici probabilmente anche le preoccupazioni legate al virus e quindi la voglia di igienizzare", commenta Marco Ranaldo titolare di Pointex. A far tirare il fiato al distretto ci sono però dei lampi di luce che arrivano dai big della moda: Zara è tornata a fare acquisti a Prato. Acquisti consistenti. Certo non è la soluzione a tutto, ma almeno questo aiuta a tirare avanti in questi mesi difficili. "Zara è tra i nostri clienti e ovviamente quando ci sono commesse che possono darci respiro, siamo disposti a metterci in gioco", conferma Stefano Cannalunga di Fabrica Tessile.

Una commessa di migliaia e migliaia di metri per produrre capispalla da vendere in occasione della prossima stagione invernale. "Zara è un cliente importante che fa ordini importanti, il momento è complicato e il periodo più duro arriverà tra settembre e dicembre. La produzione estiva purtroppo è di gran lunga inferiore a quella che doveva essere". Per resistere all’onda lunga della crisi servono strategie di largo respiro: ne è convinto Riccardo Matteini Bresci: "E’ il momento di inventare qualcosa di nuovo, di aprire un dialogo e provare a essere un team", dice. "Bisogna che gli annunci si trasformino in fatti, il Gruppo Colle è ben disposto a valutare tutti i nuovi progetti che verranno. Diamo tempo a Maurizio Sarti di prendere tutti i contatti, ma penso che sia l’inizio di un nuovo corso per Confindustria". Non crede ancora nell’idea di fare team Franco Ciampolini della tintoria Fratelli Ciampolini: "E’ un argomento del quale si è sempre discusso a lungo, non siamo ancora pronti a ragionare in termini di distretto perché alla fine ogni azienda segue il proprio corso. L’aggregazione sarebbe una gran bella soluzione, ma c’è da lavorarci molto". Ciampolini è fiducioso: "Le prossime due settimane vedremo se entreranno degli ordini, l’obiettivo è restare aperti e chiudere il meno possibile. Ovviamente deve convenire". Fiducia e voglia di lavorare sono nel dna dei pratesi, anche in un momento in cui le prospettive sono difficili. "Sono fiducioso, lo voglio essere", interviene Ivo Vignali della Rifinizione Vignali. "Qualcosa si sta muovendo, anche se in questo momento siamo sotto di un 30% rispetto all’andamento normale. Prato c’è ed è a disposizione dei clienti, se abbiamo le pezze in fabbrica lavoriamo anche tutto il mese d’agosto. Voglio pensare che dopo un periodo di buio ne arriva sempre uno con la luce". Parla di mercato-lumaca Francesco Marini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord: "Si sta muovendo qualcosa sulla primavera-estate, ma purtroppo i mercati internazionali sono ancora fermi", dice. "Resiste meglio chi produce una gamma di prodotti più alta perché ovviamente le griffe hanno bisogno di innovazione anche nei momenti bui. La strada della ripresa è ancora lunga".