Da presidente della Fondazione Pecci a numero uno della Lega Calcio di serie A. E’ la parabola che potrebbe coinvolgere Lorenzo Bini Smaghi (Pressphoto), uno dei favoriti per la carica di presidente dell’associazione che riunisce le venti società di calcio della massima serie italiana. Dopo le dimissioni di Paolo Dal Pino, tutte le big del pallone nostrano stanno cercando un valido successore, e dopo le 19 schede bianche ottenute da Carlo Bonomi (presidente di Confindustria) nell’ultima votazione in Lega, adesso è salita con forza la candidatura di Bini Smaghi. Quest’ultimo, contattato da La Nazione, dice di "non volere commentare la notizia", ma intanto prende sempre più corpo l’ipotesi di una convergenza su Bini Smaghi da parte delle sette proprietà americane presenti in serie A: Roma, Fiorentina, Spezia, Milan, Genoa, Venezia e Atalanta. I candidati verranno ufficialmente presentati venerdì, mentre la votazione ci sarà a marzo: il quorum è di 11 voti su 20, e in caso di reale convergenza in blocco da parte delle proprietà a stelle e strisce, Bini Smaghi potrebbe partire con i favori del pronostico rispetto ai rivali (si parla dell’avvocato Gabriele Fava, uno dei commissari straordinari di Alitalia in amministrazione straordinaria, e di Lorenzo Casini, professore ordinario di diritto amministrativo e capo di gabinetto al ministero della Cultura).
Ma con l’eventuale incarico di presidente della Lega Calcio di serie A, Bini Smaghi dovrebbe dimettersi dalla presidenza della Fondazione del Pecci? Dal Comune chiariscono che non c’è alcuna incompatibilità col ruolo, e che comunque questo incarico in Lega Calcio andrebbe trattato come qualsiasi altro lavoro professionale portato avanti da Bini Smaghi. Anzi, la suggestione di avere il presidente del Pecci come numero uno del mondo del calcio di serie A viene vista dall’amministrazione comunale come una grande opportunità di visibilità per il Centro per l’arte contemporanea. L’idea è quella che il duplice ruolo di Bini Smaghi possa fare da traino al museo di viale della Repubblica sia in termini di attrattività verso gli investitori che nelle presenze dei visitatori. Dal Comune inoltre ricordano che Bini Smaghi ha già creato un efficace sistema di deleghe all’interno del consiglio d’amministrazione del Pecci, attribuendo a ogni consigliere compiti specifici. E quindi l’istituzione non avrebbe alcun contraccolpo dall’eventuale duplice incarico del suo presidente. E all’interno del Pecci cosa si pensa di questa nomina? Per il momento nessun commento: solo tanta curiosità di capire come andrà a finire questo toto-presidenza.
Stefano De Biase