La battaglia per il lavoro, Landini: “Raccolta firme per cambiare le leggi”

Il leader della Cgil al festival Sabir rilancia la sfida su salari e sicurezza: "Non dobbiamo rassegnarci a una precarietà legata a profitto e mercato"

Maurizio Landini, Laura Zanfrini (Ismu) e il sindaco Matteo Biffoni

Maurizio Landini, Laura Zanfrini (Ismu) e il sindaco Matteo Biffoni

Prato, 18 aprile 2024 – Sfruttati, sottopagati, ricattati. Hanno avuto il coraggio di denunciare e ribellarsi al caporalato, uscire allo scoperto entrando nei percorsi di protezione del Sai (sistema accoglienza integrazione). Ieri sera questi lavoratori hanno trovato ascolto in un interlocutore d’eccezione, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, mentre stava entrando al Terminale per il dibattito moderato dalla direttrice di Qn, La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, Agnese Pini, su migranti, lavoro e inclusione nell’ambito di Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee ospitato in città.

Un’ora e mezzo di interventi per scavare a fondo nelle ragioni di un sistema di sfruttamento che a Prato, com’è noto, assume talvolta una connotazione "interetnica" in una dialettica che spesso è tra titolari cinesi e lavoratori pachistani. Il numero uno della Cgil arriva subito dritto al punto. "Dobbiamo mettere in discussione il modello di fare impresa che si è affermato in questi anni. Non bisogna rassegnarsi e abituarsi a una precarietà legata a un certo tipo di capitalismo che vede al centro non più la mediazione sociale ma il profitto e il mercato, la mercificazione dei diritti".

Sono passati più di dieci anni ma brucia ancora la ferita dei sette lavoratori cinesi morti durante il rogo di Teresa Moda. Passano gli anni ma il dolore resta ed è il sindaco Matteo Biffoni a ricordare quella tragedia. "In questi anni si è parlato di sbarchi tralasciando tutto quello che serve per costruire la la cittadinanza. Finché permane uno stato di debolezza del lavoratore migrante il rischio di sfruttamento resta e resterà. O si cambia impianto legislativo o gli elementi di ricattabilità resteranno". Tradotto: bisogna cambiare la legge Bossi -Fini che esiste dal 2002.

Landini è un fiume in piena. È fiducioso che "i processi del lavoro anticipino sempre i processi sociali". La butta sul lavoro "buono", quello di qualità che oggi è sempre meno. "Oggi chi è povero è povero anche lavorando, per colpa delle diseguaglianze che hanno prodotto ricchezza in mano a pochi. In Italia abbiamo una media di tre morti ogni giorno sul lavoro. Si è affermato questo modello perché abbiamo avuto un cambiamento legislativo che ha favorito questo processo. Fino al 2003 c’era una legge che stabiliva come i laboratori impiegati in appalto avessero condizioni uguali".

Capitolo governo Meloni. Da Prato parte una nuova stagione di lotte per i diritti dei lavoratori: "Penso sia a rischio il modello democratico del Paese. Nei prossimi giorni partirà una raccolta firme per promuovere un referendum con la richiesta di alcune modifiche legislative su lavoro, appalto, precarietà e diritti".