
Matteo degli Organi, costruttore di organi toscano del XV secolo, rivela in una lettera del 1434 l'importanza di Donatello a Prato, ritrovata nel 2022 dopo una storia di recupero.
Figlio di un fornaio, ultimo di cinque fratelli, Matteo da Prato, Matteo degli Organi, nacque nel 1391, morì intorno al 1465, dopo aver costruito organi in tutta la Toscana. Di lui restano alcune lettere, tra le quali una scritta nel 1434: è un documento di straordinaria importanza su Donatello a Prato, perduta nell’800 e recuperata nel 2022 a grazie a una bella storia da ricordare. La lettera fu inviata il 19 giugno 1434 agli Operai del Sacro Cingolo: Matteo informa i committenti pratesi che Donatello, suo grande amico, ha appena terminato la prima "storia" (cioè la prima formella) per il pulpito del nostro Duomo, e che a Firenze tutti coloro che se ne intendono vanno dicendo "che mai si vide simile storia". La lettera continua comunicando la buona disposizione di Donatello a proseguire il lavoro, soprattutto se incoraggiato da "qualche danaio". Non serve che sia molto – dice Matteo - perché Donatello è uomo "di piccolo pasto", ma è importante che si senta riconosciuto, perché di maestri come lui se ne trovano ben pochi. La lettera era conservata a Prato nell’archivio del Patrimonio ecclesiastico: nella seconda metà dell’800 Cesare Guasti la vide e ne pubblicò il contenuto, poi se ne persero le tracce. Nell’agosto 2021 Alberto Batisti, il direttore artistico della Camerata, riceve da un musicologo la segnalazione che la lettera è in vendita sul mercato antiquario e ne parla a Diana Toccafondi (foto), ex soprintendente regionale ai beni archivistici: si attivano le procedure di tutela. Alla fine chi aveva messo in vendita il documento viene convinto a consegnarlo all’Archivio di Stato, dove adesso è custodito.