REDAZIONE PRATO

L’alluvione infinita. Le terre della piena sono ancora a Maliseti: "Ma saranno trasferite"

Si tratta di oltre 10mila metri cubi di detriti rimossi dopo il disastro di novembre: entro maggio saranno spostati in via Paronese. Bisogna prima fare la campionatura e poi pensare allo smaltimento.

L’alluvione infinita. Le terre della piena sono ancora a Maliseti: "Ma saranno trasferite"

Una montagna di terra mista a fango da smaltire. La coda lunga dell’alluvione si fa sentire in un territorio che dal 2 novembre è uscito con le ossa rotte. Oltre il cimitero di Chiesanuova, ancora chiuso dopo l’ondata di piena, c’è un’altra emergenza da gestire direttamente collegata all’alluvione e riguarda lo smaltimento delle cosiddette terre. Si tratta di circa 10mila metri cubi di terra, appunto, e detriti che sono stati accatastati ormai da inizio novembre nell’area del palazzetto dello sport di Maliseti e che attendono di essere smaltiti. A quattro mesi di distanza l’ammasso di detriti è ancora davanti al palazzetto dello sport: un problema per l’uso della struttura visto che la "montagna" occupa gran parte del parcheggio, oltre a non essere un bello spettacolo con cui fare i conti.

È l’ennesima conseguenza dell’alluvione che ha colpito la provincia tra il 2 e il 3 novembre flagellando intere zone di Prato e provincia e rendendola ancora più fragile, come hanno dimostrato le frane che stanno minando la Valbisenzio.

A Maliseti c’è ancora quell’enorme quantità di terra da gestire. Spetta al Comune farlo, ma non è un’operazione semplice né a basso costo. I rifiuti alluvionati misti a fango sono stati presi in carico da Alia e giorno dopo giorno portati in discarica. Di quelli non c’è più traccia. Le terre invece seguono un altro percorso e possono avere un altro impiego, ma prima devono essere analizzate per scongiurare il rischio inquinamento. Si tratta di materiale buono per essere utilizzato, ad esempio, nella costruzione di argini franati, per rinforzare fiumi e torrenti, invece che essere buttati nelle discariche che sono sempre a limite degli spazi.

Prima di reimmettere in natura le terre portate dalla piena però bisogna essere sicuri che non siano nocive. E qui nascono i problemi anche perché i tempi sono lunghi. A stabilire il futuro di quei rifiuti saranno Regione e Arpat che ne hanno competenza, nel frattempo però l’amministrazione ha realizzato un piano per la rimozione dei detriti dal palazzetto di Maliseti. L’operazione costa oltre mezzo milione di euro e l’area di stoccaggio temporaneo è stata individuata. Si tratta di un terreno di proprietà dell’amministrazione comunale in via Paronese adiacente al nuovo centro di raccolta rifiuti. In attesa di risposte dalle campionature dei materiali e di conoscere il futuro delle terre (se potranno o meno essere reimmesse in natura) il Comune provvederà al trasferimento.

I lavori dovrebbero iniziare tra aprile e maggio per liberare il parcheggio il prima possibile e restituire al palazzetto dello sport i posti auto per ospitare tifosi e sportivi durante le manifestazioni. Ma anche per liberare quanti abitano nella zona del costante ricordo dell’alluvione.

Silvia Bini