REDAZIONE PRATO

L’addio a Dani Karavan Artista che amava Prato

Aveva 90 anni. Il suo monumento al vento solo immaginato per la Calvana. L’installazione al Castello nel ’78, il Pecci e quella torre voluta e mai realizzata

"Vorrei che la torre al vento nascesse, non per me che di opere ne ho realizzate tante, in tutto il mondo. Lo chiedo per Prato, città che amo e che tanti anni fa decise di chiedermi un’opera da installare sulla Calvana. Ma non si è trovata d’accordo per realizzarla". Dani Karavan lo disse alla Nazione, intervistato da Piero Ceccatelli, nell’aprile 2014. Karavan, considerato uno dei più grandi ed innovativi scultori del secondo ’900, autore di opere ambientali di grande impatto in tutto il mondo, è morto a 90 anni, a Tel Aviv. Profondo era il suo legame con la Toscana, così come le amicizie che aveva qui, a cominciare dal collezionista pratese Giuliano Gori. Proprio nel 2014 l’ultima visita in città, a Palazzo Pretorio, appena riaperto. Dall’ultimo piano del museo ammirò il panorama così suggestivo sulla città e parlò ancora una volta del monumento al vento che tanti anni prima si era pensato di realizzare e che anche in quel momento pareva possibile: l’allora sindaco Roberto Cenni, Giuliano Gori e non solo loro, credevano in quel progetto. Poche settimane dopo, Cenni perse le elezioni e della torre non si parlò più. Questione di soldi, di burocrazie, di permessi, di volontà politica.

Karavan aveva un legame speciale con Prato. Già nel 1978 aveva realizzato una delle sue opere visionarie: aveva idealmente collegato Prato e Firenze (più precisamente il Castello dell’Imperatore e Forte Belvedere) con installazioni in cemento, erba e acqua, e un raggio laser verde e azzurro nel cielo. Fu in quell’occasione che nacque l’idea di poter avere qui un’opera permanente del grande artista. Fu lo stesso Karavan a raccontarlo in quell’intervista: "A Prato si formò un gruppo di “carbonari” decisi a dare alla città una mia opera. Il motore erano gli industriali, poi se ne interessò il sindaco Landini, un ingegnere che ha un figlio scrittore (Giannino Veronesi, ndr) effettuò studi e calcoli. L’architetto Silvestro Bardazzi dette supporto al progetto. La città voleva il monumento. Poi si fermò". Disse ancora Karavan: "Volevo fare un omaggio alla tramontana, al vento che ha contribuito alle fortune di Prato. Asciugava le stoffe appena tinte o lavate, portava via i fumi delle ciminiere. Nel ‘78 ce n’erano tante. Oggi quasi nessuna". In memoria della sua arte resta "Tempo", la grande ruota nei pressi dell’uscita del casello di Calenzano inaugurata nel 2009. "A Poggio Castiglioni oggi c’è un una giungla di antenne spuntate in maniera selvaggia. Meglio tutte quelle antenne disordinate o una torre dedicata al vento, che renderebbe Prato famosa in tutto il mondo?", le ultime parole della sua intervista.

an. be.