
Novanta giorni di tempo per depositare la sentenza. E’ quanto il giudice Daniela Migliorati si era presa il primo giugno scorso per depositare le motivazioni della sentenza con cui la oss pratese di 33 anni è stata condannata per violenza sessuale su un ragazzo minorenne da cui ha avuto un figlio. Ebbene quelle motivazioni ancora non ci sono nonostante i novanta giorni scadessero il 30 settembre (considerando anche la sospensione dei termini in agosto).
Il caso aveva avuto una risonanza a livello nazionale e la sentenza di primo grado, molto attesa, è arrivata per la verità in tempi record. La vicenda scoppiò nel marzo del 2019 e nel giugno del 2020 (un anno e tre mesi dopo) il processo si è concluso nonostante Covid e lockdown vari che ne hanno rallentato l’iter. Ma tutto si è bloccato sulle motivazioni. L’attesa è estenuante per difesa e parte civile anche perché la questione è delicata e ci sono molti interessi in ballo, compresi quelli del piccolo nato dalla relazione fra la oss e il ragazzino a cui dava ripetizioni. Le motivazioni serviranno a capire il perché della condanna della donna a sei anni e sei mesi. Il marito è stato invece condannato a due anni per alterazione di stato civile.
"Sono in dirittura d’arrivo – assicura il presidente del tribunale, Francesco Gratteri – Si tratta di una sentenza delicata, ci vuole tempo per scriverla. Il presidente del collegio, Daniela Migliorati, ha deciso di assegnare a se stessa l’estensione delle motivazioni. Nel frattempo è stata applicata all’ufficio del gip dovendo far fronte a un ulteriore aggravio di lavoro. D’altronde dobbiamo fare i conti con un organico in sofferenza come diciamo da tempo". Il ritardo nel deposito della sentenza è l’occasione per il presidente del tribunale per ritornare sul problema della mancanza di organico, non solo amministrativo ma ora anche nella magistratura. "Ho tre giudici in maternità che non sono mai stati sostituiti e un altro che a breve andrà sempre in maternità – spiega Gratteri – Ci sono quattro giudici assegnati a Prato ma prima di ottobre non arriveranno. La stessa Migliorati a maggio dovrebbe tornare nella sede di appartenenza dopo che fu distaccata a Prato quando il tribunale divenne sede disagiata". Problemi con cui il palazzo di giustizia si scontra da anni e che non trovano soluzione nonostante i tanti appelli del presidente Gratteri.
L’esempio delle sentenza che non arriva è solo uno. Ci sono preliminari la cui prima udienza viene celebrata a quattro anni di distanza dalla chiusura delle indagini. "Siamo in forte difficoltà – prosegue Gratteri – Ho chiesto che il giudice Migliorati possa restare con una proroga, ma sono solo sei mesi e quattro giudici, due del civile e due del penale, non ci sono. E’ un’impresa andare avanti".
Laura Natoli