
Una mozione da presentare in oltre cinquanta consigli comunali dell’area metropolitana per invitare partiti e consiglieri a rivedere le proprie posizioni sull’operazione multiutility dei servizi pubblici, anche per evitare di incappare in un eventuale danno erariale. E’ la nuova mossa dei comitati no multiutility che si affidano ai partiti e ai consiglieri contrari alla creazione della maxi società che unisce Alia, Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana, per cercare di fermare l’operazione di fusione dei servizi di acqua, energia, gas e rifiuti. La mozione a Prato sarà presentata grazie ai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Silvia La Vita e Carmine Maioriello. Per scriverla i comitati si sono affidati a figure professionali, che hanno sollevato dubbi di regolarità sull’operazione multiutility.
Il primo punto, come raccontato dai rappresentanti dell’Osservatorio Ambientale di Prato, dalle associazioni no multiutility e dal Forum toscano dei movimenti per l’acqua, riguarda le modalità di valutazione delle quote di ogni singola società (quindi Alia, Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana). Secondo i comitati non è stato utilizzato un metodo di valutazione univoco, bensì più criteri che hanno finito per "avvantaggiare il Comune di Firenze e danneggiare tutti gli altri". "Se questo aspetto dovesse essere confermato dalla Corte dei Conti – proseguono i comitati -, allora gli stessi consiglieri comunali che hanno approvato l’atto di costituzione della multiutility incapperebbero nella procedura di danno erariale per avere diminuito la quota di capitale in possesso del Comune che rappresentano".
I comitati stanno valutando se presentare loro stessi un esposto alla Corte dei Conti, ma in realtà prima vogliono capire se possono ottenere la sponda di alcuni sindaci dissidenti rispetto all’operazione multiutility, che in autotutela potrebbero chiedere attraverso i propri revisori dei conti un parere alla Corte dei Conti.
Il secondo profilo di contestazione è incentrato su Consiag, società proprietaria di impianti e tubature del servizio idrico per volere dei Comuni soci. Secondo i comitati si tratta di beni demaniali che per loro natura non sono trasferibili, a maggior ragione in una società come Alia che con la quotazione in Borsa diventerà pubblico-privata. "Alia non può ricevere questi beni da Consiag perché incapperebbe in una violazione di legge – concludono i comitati -. E se dovesse essere accertata anche questa irregolarità, allora per i consiglieri comunali scatterebbe un danno erariale bis per tutte le spese di consulenza sostenute per un’operazione non andata a buon fine perché irregolare". "Alla luce di tutti questi dubbi e problemi – concludono dall’Osservatorio Ambientale di Prato – chiediamo ai consiglieri comunali di sospendere in autotutela tutti gli atti relativi alla multiutility. Si tratta di un progetto dannoso per i territori, che farà perdere potere decisionale ai Comuni, lasciando campo libero alle logiche del profitto degli investitori in Borsa".
re. po.