REDAZIONE PRATO

La Monash riparte, 20 anni dopo "Muoviamo economia e cultura"

Fra pochi giorni l’università italiana terrà una festa a Palazzo Vaj per l’anniversario del suo sbarco a Prato . L’evento segnerà anche la riattivazione dei programmi accademici e di ricerca. Con nuove iniziative.

Venti candeline per il compleanno dell’australiana Monash University Prato Centre. Da settimane nella prestigiosa sede di palazzo Vaj in via Pugliesi la macchina organizzativa è al lavoro per festeggiare. L’evento si terrà martedì 28 giugno dalle 18 alle 20 nel giardino del palazzo dove l’università si insediò nel settembre 2001. La pandemia ha scombussolato il calendario delle ricorrenze e il brindisi per i quattro lustri si fa con quasi un anno di ritardo. Nel marzo 2020 studenti e docenti, in fretta e furia fecero le valigie per tornare in Australia e negli altri Paesi di mezzo mondo, ma proprio l’evento della festa segnerà la riattivazione dei programmi accademici e di ricerca. Ora è tempo di andare avanti con la ripresa a pieno ritmo di tutte le attività forzosamente rimaste al palo. Da Melbourne, con un nuovo vento di speranza e con lo sguardo verso il futuro, arriverà la rettrice della Monash University, Margaret Gardener. E sarà tagliato il nastro di una mostra che ripercorre le principali tappe della storia della Monash a Prato. Occasione anche per presentare le iniziative attivate per l’anno accademico 2022-2023. "Negli ultimi due decenni – commenta la direttrice della sede pratese, Cecilia Hewlett – migliaia di ricercatori si sono riuniti a Prato per lavorare su progetti di ricerca e collaborazioni significative, sfociate in numerose pubblicazioni, assicurando borse di ricerca e nuove partnership con università aziende e organizzazioni culturali in tutta Europa". Già dal 2001 Monash vide in Prato la sede di riferimento per tutta l’Europa. Una strada che adesso si rafforza: "Aumenteremo le opportunità di collaborazione – prosegue Hewlett - per affrontare le sfide del nostro tempo, per il miglioramento della comunità". Tra la Monash e Prato è stato proprio un dialogo tra comunità. Arrivati in città con il sostegno della regione Toscana, del comune di Prato e degli imprenditori italo australiani Rino e Diana Grollo, gli studenti, i docenti e i ricercatori si sono inseriti nel tessuto cittadino. Gli studenti ospitati anche in famiglie pratesi hanno dato gambe a un vero e proprio scambio di culture e amicizie. Un’esperienza che ha messo in moto cultura ed economia in un’alleanza virtuosa capace di portare a Prato cultura e un segno più nelle casse cittadine. La Monash ha restituito anche bellezza alla città. Nel 2016 il giardino di palazzo Vaj è tornato all’antico splendore quattrocentesco con il supporto e la donazione di Carla Zampatti, stilista di moda, designer, imprenditrice di origine italiana, ma residente in Australia dagli anni Cinquanta e patrocinatrice della sede pratese dell’università, deceduta nell’aprile dello scorso anno. Una realizzazione che si è avvalsa di un sapiente recupero con gli spazi ridisegnati, secondo le carte dell’epoca, per mano del famoso designer paesaggistico australiano Paul Bangary in un incrocio virtuoso con la sensibilità e la disponibilità dell’associazione industriale e commerciale dell’Arte della Lana che dal 1920 ha il suo quartiere generale proprio a palazzo Vaj.

Un giardino che è stato aperto alla città in tante occasioni di cultura e divertimento come il tradizionale appuntamento con Prato Campus week, la festa dell’università a Prato, un crocevia di incontro fra gli studenti australiani, quelli americani della University New Haven, in città dal 2012, e coloro che frequentano il Pin-Polo universitario pratese. Nel 2015, a Prato, l’ambasciatore d’Australia in Italia Mike Mann disse: "Prato è perfetta per la nostra università, è una città ricca di arte, storia e cultura in cui i nostri studenti possono sentirsi parte della comunità e vivere la città". Parole per raccontarci fuori dai nostri confini.

Marilena Chiti