Questi sono i giorni della mancanza per Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, la giovane operaia di appena 22 anni morta lo scorso 3 maggio nell’orditura di Montemurlo dove lavorava. Luana domani avrebbe compiuto 23 anni, un compleanno atteso dalla ragazza che a volte con la mamma si lamentava di apparire "troppo giovane". Un compleanno che la sua famiglia avrebbe voluto festeggiare tutti insieme, a pranzo, come accadeva sempre. E invece...
Signora Emma, che effetto le fa pensare che domani Luana non sarà con voi?
"E’ brutto, veramente brutto... Avrebbe compiuto 23 anni, i tanto attesi 23 anni".
Perché li aspettava?
"Perché diceva che da fuori sembrava più giovane, tanto che quando andava a comprare le sigarette le chiedevano ancora il documento".
C’era una tradizione di famiglia per il compleanno di sua figlia?
"Sì, pranzavamo tutti insieme a casa. Con il suo ragazzo invece andavano a festeggiare la sera prima insieme agli amici, aspettando la mezzanotte per aprire lo spumante, poi magari si condedevano un paio di giorni al mare".
Il suo bambino cosa dice in questi giorni?
"Ricorda benissimo che è il compleanno della mamma. Sa che festeggeremo lo stesso. Lui dice: ora la mamma è invisibile vero? E io gli rispondo: sì, però ci guarda tutti lo stesso. E allora lui dice che va bene così".
Cosa farete per ricordare Luana?
"Io, mio fratello, le mie due sorelle e mia cugina faremo una torta a testa, ognuno a casa propria. Quattro di noi metteranno cinque candeline sulla torta, l’altro tre. Così la somma farà 23, gli anni di Luana. Faremo le foto alle torte e poi le uniremo in un collage unico".
Il fidanzato di sua figlia ha organizzato una festa-ricordo nel loro locale preferito.
"Sì, io ho registrato un messaggio leggendo una lettera per Luana".
Cosa le ha scritto?
"Adesso è difficile per me parlarne... Che la morte crudele ci ha impedito di festeggiare insieme, che le voglio bene, che non la vedo più aprire la porta di casa, che dal mio cuore non me la toglierà nessuno".
Cosa vorrebbe regalarle?
"La verità. Io voglio solo la verità. Chi c’era vicino a mia figlia? Come sono andate veramente le cose? Non cerco vendetta e non provo odio, però sapendo come erano le macchine nella ditta non avrei aspettato i risultati la scatola nera... Mi sarei assunta le mie responsabilità".
Lo dice per i titolari dell’azienda?
"Per tutti. Io voglio la verità e basta. E non ce l’ho con chi ha fermato la macchina".
Qualcuno si è fatto vivo?
"No, nessuno".
Leonardo Biagiotti