La grande voglia di ripartire: "No alla cassa integrazione. Dateci risorse per lavorare"

Gli imprenditori a Tajani: "Adesso tutti i ministeri devono stanziare fondi. Fondamentale che vengano aiutate tutte le aziende coinvolte nella produzione".

Un incontro pragmatico, così come è Prato, pronta a rimboccarsi le maniche e a ripartire, sempre. Così il vertice con il ministro degli Esteri Antonio Tajani in palazzo comunale è stato un momento operativo, apprezzato dai tanti imprenditori presenti, alcuni dei quali hanno smesso di spalare il fango nella propria azienda per non mancare a questo faccia a faccia con il Governo. Lorenzo Guazzini, imprenditore del marchio di abbigliamento maschile Montezemolo, ha parlato al vicepremier mostrando un capo completamente infangato. "I 45 anni della mia azienda sono tutti nel piazzale davanti allo stabilimento, sono da buttare – ha detto –. Sono stato molti anni in Confindustria, ho assistito a decine di passerelle, invece questo è un approccio interessante". Guazzini, come poi anche altri imprenditori hanno fatto, ha sollecitato Tajani affinché "si rivolga ai suoi colleghi di governo in modo che tutti i dicasteri stanzino risorse per i ristori", dal momento che quelli legati alla Farnesina tutelano le aziende con sbocco sui mercati esteri. Il messaggio che la platea di imprenditori e associazioni di categoria ha consegnato al ministro è la volontà di ripartire al più presto, pena essere superati dai concorrenti.

Lo stesso appello è arrivato da Matteo Santi della Beste, azienda di Usella alluvionata per due volte nell’arco di 48 ore. "Il 90% della merce in lavorazione è andato deteriorato da acqua e fango. Tutti i nostri dipendenti con i loro familiari ed amici stanno lavorando per liberare lo stabilimento dal fango – spiega – Purtroppo ad oggi non abbiamo visto nessuno a mettere in sicurezza il torrente straripato. Ci vogliono fondi per coprire la perdita di fatturato: non abbiamo bisogno di cassa integrazione, ma di sgravi fiscali e contributivi". A proposito di interventi di messa in sicurezza, Daria Orlandi, presidente Ance Confindustria Toscana Nord, ha sottolineato che "i soci sono disponibili ad intervenire coi propri mezzi, ma si aspettano le direttive di Protezione civile e Genio civile". Il ministro Tajani ha assicurato di riferire "tutte le osservazioni ricevute al ministro Giorgetti e al ministro del Lavoro, in particolare sul tema degli sgravi fiscali e su meno cassa integrazione".

Ad illustrare bene quali potrebbero essere le difficoltà per un distretto così parcellizzato come quello pratese, è stata Dalila Mazzi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia e Prato, che ha parlato con commozione anche come imprenditrice.

"Gli imprenditori in questi giorni hanno cercato di non gravare sulla protezione civile e si sono rimboccati le maniche per salvare il salvabile insieme ai dipendenti. Facciamo che i ristori arrivino anche alle aziende della filiera che non esportano direttamente, ma che svolgono una lavorazione fondamentale per arrivare alla merce finita da esportare". Toccante la testimonianza di Gabriele Innocenti di Omega Filati con azienda alla Briglia. "L’azienda è devastata e per fortuna avevamo fatto il ponte di Ognissanti altri il rischio sarebbe stato di avere qualche vittima – ha detto – Avevo inaugurato da poco l’impianto fotovoltaico: è andato distrutto. Non se ne scordi ministro, metteteci il cuore".

"Abbiamo apprezzato la sollecitudine con cui il vicepresidente Tajani è venuto a Prato e le misure prospettate – ha commentato Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord – Quanto alla loro adeguatezza rispetto alle necessità del territorio, l’unico commento che mi sento di fare a ora è che l’ammontare dei danni è molto difficile da definire. La variabile fondamentale è lo stato dei macchinari. Stato che in molti casi non è ad oggi possibile precisare perché non ci sono ancora le condizioni per testarli". Diverse opzioni in base alle quali "le cifre potrebbero variare nell’ordine di decine oppure di centinaia di milioni. Intanto per i materiali e le strutture possiamo dire che una stima prudenziale è non inferiore ai 100 milioni, che nelle ipotesi più negative per lo stato dei macchinari potrebbero dover essere moltiplicati per 4, 5 o anche 10". Tra gli strumenti utili ad aiutare le imprese alluvionate Matteini, oltre a quelli indicati dal ministro, mette l’accento anche sull’attivazione di un possibile "ammortizzatore sociale straordinario unico con fondi dedicati e da immaginare applicabile fino a un anno. Ammortizzatore che, temiamo, diverrà molto prezioso una volta passato il periodo di massima emergenza post-alluvione".

Sa.Be.