Penultima puntata del nostro appuntamento con il ’Come eravamo’ sulla fiera di Prato, una delle più importanti della Toscana, con il ricordo particolare di piazza Mercatale e le foto di Ranfagni. Le puntate precedenti: Edoardo Nesi, il Lungobisenzio, Filettole, la goliardia, le botteghe del centro, il ristorante Baghino, Silvio Pugi, Roberto Giovannini, la redazione pratese de La Nazione, Pietro Fiordelli, il tessile, Giorgio Vestri, il teatro Metastasio, Lohengrin Landini, il Politeama, il campanilismo Prato Firenze Pistoia, il Misoduli, Rodolfo e Roberta Betti, il trio degli avvocati penalisti Cappelli-Guarducci-Mati, il corteggio storico, Giuliano Gori, Arnolfo Biagioli e Antonio Lucchesi. di Roberto Baldi "E non si fece mai fiera a Prato ch’io non v’andassi", dice un personaggio della Mandragola di Machiavelli. A Prato dove? Che diamine: in piazza Mercatale, perché era lì che nell’occasione del ritrovo annuale prendeva vita la voglia di ritrovarsi nel rincorrersi di portici e di mura merlate prospicienti il Bisenzio. E’ lì che nasce la fiera, la più importante di tutta la Toscana, emigrando dopo gli anni ’50 allo stadio di via Firenze e poi per sei anni in piazza dei Macelli; sul finire degli anni ’70 al parco dell’ippodromo e quindi in viale Galilei fino agli anni ’90 per approdare all’attuale grande area di viale Marconi. Ma il cordone ombelicale e il ricordo degli anni verdi è in questa piazza, come rammenta un articolo del nostro giornale uscito il 7 settembre 2014 XVI EF (sedicesimo anno dell’era fascista) che celebra dopo un periodo di sosta il "ritorno" a Prato della "fiera" originata nel 1938. "Non s’era mai detto apertamente - vi si legge - ma oggi che questa grande e bizzarra parola fiera, in virtù di nuove comprensioni ed in vista di maggiori orizzonti, c’è stata resa nella sua più completa e pura integrità, noi pratesi ci risentiamo a tutt’agio di ...
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