La casa verde costa tantissimo. Impianti energetici da rifare. Sono a rischio 71mila immobili

Le nuove norme europee prevedono emissioni zero per gli edifici: un’altra stangata per le famiglie. Oggi si ritruttura in media con 20mila euro usufruendo degli ultimi bonus, in futuro spese improponibili.

La casa verde costa tantissimo. Impianti energetici da rifare. Sono a rischio  71mila immobili

La casa verde costa tantissimo. Impianti energetici da rifare. Sono a rischio 71mila immobili

Un patrimonio edilizio a zero emissioni entro il 2050, con migliaia di case, anche in provincia, che avranno bisogno di costosi interventi sugli impianti energetici. E’ la strada tracciata dal Parlamento Europeo dopo la conclusione del percorso della direttiva sulle case green. Certo, rispetto alle previsioni iniziali viene data più flessibilità ai singoli Stati e viene dato più tempo per mettersi in regola con l’efficienza energetica degli immobili. Ma resta il tema che in 25 anni andrà efficientato dal punto di vista energetico il 60% del patrimonio edilizio italiano con interventi soprattutto sugli impianti di riscaldamento. Guardando al caso pratese, secondo i dati dell’osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, ci sono quasi 84.000 immobili sul territorio, e di questi, secondo l’osservatorio di Anaci Prato e Pistoia, solo il 15% rispetta i requisiti previsti dall’Ue. D’altronde il superbonus al 110% è riuscito ad avere efficacia in provincia su meno del 5% del patrimonio edilizio complessivo. Di conseguenza ci attende una improbabile corsa contro il tempo per riqualificare 71.000 immobili in 25 anni, resa ancora più complicata dalla fine di tutti i bonus edilizi.

"Senza incentivi è semplicemente impossibile raggiungere gli obiettivi posti dall’Europa – spiega il presidente di Anaci Prato Pistoia, Alessandro Bari –. Siamo tutti d’accordo che il meccanismo del superbonus al 110% non poteva funzionare per le casse dello Stato, ma è altrettanto vero che senza la minima traccia di bonus la maggior parte dei condomini non ce la fa nemmeno a immaginare una riqualificazione. Qual è il rischio? Di ritrovarsi con migliaia di appartamenti non a norma". A questa consapevolezza gli amministratori di condominio sono arrivati guardando quanto sta accadendo già oggi nella riqualificazione termica ed energetica.

"Per gli ultimi che sono rientrati nel bonus al 70% – prosegue Bari –, ristrutturare casa significa spendere in media fra i 15.000 e i 20.000 euro. E questo importo viene reso gestibile dalla presenza del bonus dello Stato. Pensate a quanto costerebbe invece riqualificare l’immobile tutto da soli. In pratica bisogna ricomprarsi un’altra volta la casa. E’ assurdo. E noi amministratori di condominio come possiamo far rispettare la normativa se i costi sono enormi e gravosi per i cittadini?".

A livello governativo la discussione per comprendere come finanziare la riqualificazione energetica di milioni di palazzi in tutta Italia è già cominciata. I tempi per prendere decisioni e fare partire i cantieri sono però stretti. Perché l’Unione Europea chiede già entro il 2030 la riduzione complessiva del 16% dei consumi. Dato che sale al 22% al 2035. E l’altro vincolo è che si dovrà partire dagli immobili più inquinanti. "A livello nazionale faremo sentire la nostra voce – conclude Bari –. Qui si rischia che poi il cerino resti nelle mani degli amministratori di condominio, come successo con tutti i cambi di normativa durante il periodo del superbonus".

Stefano De Biase