SILVIA BINI
Cronaca

La battaglia dei dehors. Negato per il rumore: "Rilievi fatti nel 2022. Così non lavoriamo più"

La Tortelleria di via Bologna chiede uno spazio esterno con 20 posti ma il Comune dice no. "Le rilevazioni Arpat sono vecchie di anni".

Le sorelle Vannucchi socie della Tortelleria di via Bologna

Le sorelle Vannucchi socie della Tortelleria di via Bologna

Una stagione estiva senza gazebo può significare una bella stangata per un’attività di ristorazione. Soprattutto quando arriva il grande caldo. È la denuncia di Letizia Vannucchi, titolare della Tortelleria in via Bologna, che da mesi attende un via libera dal Comune per poter installare lo spazio esterno, rivelatosi vitale dopo il Covid.

"Da due anni siamo a combattere con questa storia- racconta la titolare che insieme alle tre sorelle gestisce la pizzeria - abbiamo chiesto l’autorizzazione all’amministrazione, ma ci viene sempre negata. Intanto la stagione è cominciata e noi siamo costrette a rinunciare ai clienti per un permesso negato".

Il dehors era nato nel periodo post-pandemia, con l’obiettivo di garantire distanziamento e sicurezza. Una soluzione che aveva funzionato: pochi tavoli, ombrelloni, sedie e niente musica, con il massimo rispetto per il vicinato. "Il nostro spazio esterno – spiega Vannucchi – è sempre stato gestito con attenzione: non superiamo mai le 23 e, in ogni caso, chiudiamo tutto entro le 23.30. La musica non viene mai messa, proprio per non disturbare. Eppure c’è sempre qualcuno che si lamenta".

Secondo la titolare, alla base del problema ci sarebbe una sola residente che, negli anni, avrebbe tempestato di segnalazioni la polizia municipale e chiesto l’intervento di Arpat per le le rilevazioni del rumore.

"Ogni sera mandava i vigili, poi due anni fa è arrivata anche Arpat per i rilievi acustici. Noi ci siamo tutelati facendo intervenire un nostro tecnico privato, si tratta di una professionista stimato e referenziato. È stato lui stesso a spiegarci che le rilevazione perché siano efficaci devono essere fatte in due giorni consecutivi, sempre alla stessa ora, per garantire omogeneità. I rilievi di Arpat, invece, furono fatti in due orari diversi ma nella stessa sera. Non c’è stata uniformità nel metodo, eppure il nostro spazio esterno è stato tolto". Il problema, a detta delle titolari intenzionate a dare battaglia fino al Tar, è che il locale affaccia su via Bologna, di per sé una strada trafficata con molti rumori di fondo.

Da due anni la Tortelleria ha continuato a fare richieste, ma senza esito. Quest’anno è stato presentato al comune un progetto nuovo, nella speranza di poter ottenere il via libera. La Tortelleria ha chiesto di poter installare posti per 20 persone (contro i 60 clienti del passato), solo tavoli di piccole dimensioni proprio per evitare maggio caos e con l’aggiunta di paratie fonoassorbenti alte 1,50 metri, su indicazione di un geometra e del tecnico del suono proprio per limitare al massimo i disagi per i residenti. Ma anche in questo caso la risposta è stata negativa.

"Ci siamo rimaste davvero male. La motivazione – racconta ancora Vannucchi – è che a priori il Comune prevede che i livelli acustici saranno superati. Non hanno nemmeno voluto aspettare di verificare. Ma che senso ha questa decisione? Ovunque, soprattutto in centro, ci sono tantissimi locali con i tavolini all’aperto, ma il problema sembrano essere solo i nostri venti coperti apparecchiati fuori".

La proprietà è intenzionata a non arrendersi, dicendosi pronta a fare ricorso al Tar, ma i tempi della giustizia sono lunghi e la stagione, intanto, è già iniziata. "Siamo in questa situazione da anni. Abbiamo otto dipendenti e siamo in quattro socie. Senza lo spazio esterno, in estate non si lavora. Così ci condannano alla chiusura".

La frustrazione è evidente. "Non chiediamo di fare baldoria – conclude – solo di poter lavorare in modo dignitoso, come abbiamo sempre fatto. Ci siamo adeguati a tutte le richieste, ma ci trattano come se fossimo fuorilegge".

Silvia Bini