REDAZIONE PRATO

La app che traduce al volo L’inventore è un pratese

Fino a cinque conversazioni in simultanea e cento lingue diverse disponibili. Fabozzi: "La metto a disposizione delle istituzioni e delle forze dell’ordine"

Un traduttore simultaneo, capace di fare dialogare in contemporanea cinque persone di diversa etnia e di tradurre seduta stante (e senza malintesi) cento lingue diverse, dalle più note alle più ostiche e difficili. Una app cucita su misura sulla pelle di una città che sulla multiculturalità ha fatto scuola viste le 110 etnie qui presenti. L’idea è di Giuseppe Fabozzi, 58 anni, specializzato nella realizzazione di applicazioni per sistemi industriali nel campo tessile e della plastica. "Mi è venuta questa idea quando le aziende hanno iniziato ad avere sempre più necessità di dialogare con persone straniere, molte delle quali non parlano nemmeno inglese", spiega Fabozzi. "Rispetto ai sistemi di traduzione già in uso, questa app ha il pregio di essere immediata. Cioè la persona scrive nella propria lingua e l’interlocutore in tempo reale legge la traduzione sul proprio computer o cellulare. Un ponte che può mettere in connessione fino cinque persone di diverse nazionalità contemporaneamente". Si tratta di un sistema sicuro anche da un possibile hackeraggio: "Il software è installato sul proprio dispositivo o sul server del computer quindi non si avvale di altre applicazioni, non ci sono data base esterni e funziona con su un circuito criptato", aggiunge l’esperto. Una app intelligente tanto da riuscire ad affinare il vocabolario con l’utilizzo: "Questa applicazione è in grado di scegliere i termini più adatti per le traduzioni via via che viene utilizzata", aggiunge Fabozzi. "I dialoghi si perfezionano grazie ad un archivio sterminato, che si arricchisce giorno per giorno. Così le parole vengono contestualizzate rispetto al loro utilizzo senza fraitendimenti".

Un sistema che potrebbe aiutare a risolvere i problemi di comunicazione: "Lo metto a disposizione delle istituzioni a titolo gratuito. Talvolta è difficile trovare mediatori culturali e non sempre le traduzioni sono fedeli. Questo potrebbe essere uno strumento utile anche allle forze dell’ordine: ad esempio chi deve presentare una denuncia può scrive nella propria lingua e l’ufficiale comprendere subito cosa l’altro sta dicendo"

Silvia Bini