Inquadra il codice digitale e parti per il futuro

La Monash e gli otto totem in piazza delle Carceri: ognuno racconta la vita dei bambini di domani. Tra scooter volanti e bar antigravità

Migration

Piazza delle Carceri non è nuova a ospitare installazioni artistiche originali, ma quella inaugurata ieri, oltre a essere davvero originale, è anche innovativa e interattiva. Si chiama Change ExhibIT, ed è opera della Monash University, l’università australiana che ha sede a Prato da oltre 20 anni. L’installazione si compone di otto totem, su cui sono raffigurate le immagini di otto bambini, provenienti dalle città in cui sono presenti i campus universitari, tutti nati nel 2022 e di cui gli studenti della Monash hanno immaginato la vita futura, individuandone alcuni momenti rappresentativi, influenzati da uno sviluppo tecnologico che però tenga conto e affronti con intelligenza e lungimiranza il grande tema dei cambiamenti climatici.

Inquadrando con il proprio smartphone i vari codici QR posizionati su un lato di ogni totem, si può accedere a una pagina virtuale in cui sono raccolti alcuni eventi della vita futura di ogni bambino. Gli stessi eventi sono riassunti anche sul retro dei totem, per chi avesse difficoltà a scannerizzare il codice. La mostra espone la vita di Meydi, Magda, Ishaan, Joy, Samroze, Tait, Olivia e Matteo, quest’ultimo originario di Prato. Si rimane colpiti dall’immaginazione degli studenti e dalle loro previsioni futuristiche, che possono sembrare irrealizzabili o quantomeno improbabili, ma che hanno certamente il merito di spingerci a riflettere sulle possibilità e sulle prospettive di un mondo che già adesso è immerso, plasmato e condizionato dalla tecnologia. Nell’installazione dedicata a Matteo, ad esempio, si legge che nel giorno del suo diciottesimo compleanno, nel 2040, tornerà a casa con un Uber senza conducente, perché "la maggior parte della flotta Uber è ora senza conducente, è più sicura per conducenti e passeggeri". Oppure che nel 2057, quando avrà 35 anni, faranno ingresso sulla strada i primi scooter volanti. O ancora si legge che Ishaan, bambino indiano, a 34 anni nel 2056 cercherà una casa in una zona a basso rischio di inondazioni tramite una tecnologia sviluppata grazie all’accademia di ricerca della Monash. E infine Olivia, bambina australiana che festeggerà il suo 50° compleanno "in un bar anti-gravità dove suonano vecchie canzoni degli anni ‘30". Insieme alla riflessione sulle sfide che affronteranno le generazioni future, la mostra però ha anche un altro scopo, come spiega Cecilia Hewlett, direttrice della sede pratese della Monash University: "Per noi la Change ExhibIT è anche un modo per segnalare la nostra presenza sul territorio, per 20 anni abbiamo portato studenti a Prato, e abbiamo da poco aperto una fondazione di ricerca di diritto italiano ed europeo. Vogliamo cominciare a crescere, aumentando il numero di ricercatori che si stabiliscono in maniera fissa qui da noi e lavorando tramite progetti in collaborazione con comuni, regioni, istituzioni, università. Facendo ricerca insieme si riesce a fare qualcosa, da soli si fa poco".

L’installazione che ora è approdata a Prato è già stata esposta a Melbourne, in Australia, e rimarrà in piazza delle Carceri fino al 16 settembre, per poi spostarsi il 17 nel piazzale antistante il chiesino di via Pugliesi, proprio accanto alla sede dell’università australiana. "Un posto particolare, che permetterà alle persone di accorgersi anche della presenza di questa piccola chiesa quasi nascosta", osserva l’assessore alla cultura Simone Mangani.

Francesco Tartoni